Scandalo calcio: le verità di Bergamo
09 06 2006
Paolo Bergamo APDopo il lungo interrogatorio all'ufficio indagini della Figc, Paolo Bergamo, ex designatore arbitrale, ha preso parte alla registrazione della trasmissione televisiva "Matrix".
"Mi ritengo assolutamente innocente - le prime parole dell'ex designatore - in questi anni ho sempre lavorato esclusivamente per la formazione degli arbitri e l'ho sempre fatto con la massima trasparenza. Se poi si vogliono giudicare certi rapporti o alcune telefonate, dico solo che le griglie erano come il segreto di pulcinella. Nella prima fascia andavano sempre Inter, Milan e Juve, che poi si giocavano lo scudetto. E di conseguenza andavano inseriti arbitri di livello internazionale. Non credo di aver svelato alcun segreto".
Bergamo ha poi raccontato i suoi primi anni come designatore dell'Aia: "Ho accettato il sorteggio - ha spiegato al conduttore Enrico Mentana - perchè io sono arrivato nel 1999, con l'Aia devastata. C'era stato il commissariamento e fummo costretti ad accettare sorteggio arbitrale, perchè credevamo che avrebbe tolto i dubbi che dava la designazione. Era il male minore. Abbiamo fatto miracoli per far passare arbitri come Rosetti, Trefoloni e Paparesta, siamo stati fortunati perchè erano bravi...". Non è mancato un giudizio su De Santis: "Nel 2004 e 2005 è stato tra i tre primi arbitri della nostra graduatoria tecnica".
Paolo Bergamo a "Matrix" ha raccontato anche del suo rapporto con Luciano Moggi: "L'ho conosciuto 30 anni fa - ha dichiarato - un'antica consuetudine diventata poi amicizia. Quando andavo al palio di Siena mi fermavo sempre a casa sua. L'amicizia con lui non la rinnegherò mai, come il contenuto delle telefonate. Alcune erano anche scherzose. Quella delle intercettazioni? Si parlava di arbitri che non avevano arbitrato da 15 giorni, quindi tutti gli addetti ai lavori avrebbero potuto individuarli. Io non mi sono negato a nessun dirigente, parlavo con tutti".
Nella registrazione del programma di Canale 5, l'ex designatore ha ripercorso alcuni episodi del passato: "Nel 2003 e 2004 è stato un anno difficile con la Roma. Avevamo sbagliato tanto, e avevamo iniziato il nuovo anno male. Ho avuto contatti personalmente con Capello, del quale gli arbitri avevano soggezione. Parlavo con lui prima e dopo le partite. Anche delle griglie? Parlavamo di tutto quello di cui c'era da parlare. Cercavo di fargli capire che gli arbitri avevano bisogno di trovare una persona che accettasse le decisioni e non un giudice. Di griglie ne ho parlato anche con Facchetti con cui c'è confidenza e amicizia. Nel Milan, invece, parlavo con Meani. Con Galliani, invece, ho smesso quando è diventato presidente di Lega".
"Roma-Juventus - ha raccontato l'ex designatore riferendosi alla conversazione con la segretaria Fazi nella quale dice di chiamare la moglie dell'arbitro Gabriele (quarto uomo in quella partita) e di fargli lasciare il telefonino acceso - era una partita difficilissima, ma Racalbuto era assolutamente in grado di arbitrarla. Tutto è andato storto e anche Pisacreta, uno dei miglior guardalinee, aveva avuto una giornata nera. Il collegamento con il quarto uomo (Gabriele, appunto, n.d.r.) doveva avvenire via sms e mi serviva per tranquillizzare tutta la terna. Venivamo dal derby sospeso, e in quel frangente c'era bisogno di un contatto diretto con il campo per dare tranquillità".
Bergamo ha poi concluso raccontando della cena con i fratelli Della Valle: "Rischiavano la B - ha spiegato - e andammo a cena con loro una settimana prima di Lazio-Fiorentina. Erano preoccupati per i ripetuti errori arbitrali. Mi sono fatto carico di questa situazione e ho assicurato loro che tutte le partite per la salvezza sarebbero state inserite in fasce alte, per garantire arbitri migliori. In Lazio-Fiorentina ci sono stati errori clamorosi, ma io ho parlato con Rosetti, e posso assicurare che era in totale buona fede", riferendosi al fallo di mano di Zauri non segnalato dall'arbitro di Torino.
"Non sono né un pentito né uno che deve confessare". L'ex designatore non rinnega il suo passato: "Oggi ho dato solo il mio contributo alla ricerca della verità. Le telefonate erano in piena coscienza, le rifarei, ne difendo i contenuti. Oggi sono stato ascoltato da D'Andrea in Figc e non rinnego ciò che ho fatto. Accetterò di buon grado e con il sorriso ciò che la giustizia sportiva accerterà. Il calcio è pulito? Assolutamente si, i risultati finali dei campionati sono stati quelli del campo".
La vicenda che avrebbe visto protagonisti l'arbitro Gianluca Paparesta e Luciano Moggi negli spogliatoi di Reggina-Juventus, sono stati commentati dall'ex designatore dell'Aia: "Quello che ha subito l'arbitro Paparesta nello spogliatoio l'ho saputo dai giornali di queste settimane - ha dichiarato Bergamo a "Matrix" - se l'avessi saputo avrei cercato di garantirlo e proteggerlo. Anche perchè Paparesta è un grande patrimonio della classe arbitrale".
Sulla dichiarazione del fischietto barese, secondo la quale se avesse rivelato l'accaduto lo avrebbero fatto smettere di arbitrare, Bergamo è stato duro: "La sua è una dichiarazione assurda e infondata. Se ne assumerà a pieno le responsabilità. La sua ambizione personale in questo momento supera la lealtà dell'arbitro. Moggi e Giraudo entravano sempre negli spogliatoi, ma non solo loro. Quella del divieto è sempre stata una regola molto elastica".
Parlando di Pairetto, Bergamo ha respinto l'ipotesi di irregolarità nel sorteggio. "Le palline - ha spiegato a Enrico Mentana - ci venivano recapitate in una busta che noi aprivamo e inserivamo nelle urne. Il fogliettino all'interno era sigillato, quindi anche se se ne fosse aperta qualcuna, sarebbe stato comunque tutto regolare. Il sorteggio era fatto da Pairetto e da un giornalista ed è assolutamente ridicolo pensare che ci fosse un accordo tra loro due".
translation needed quickly