PRETORIA, 16 giugno 2009 - Umile, ma determinato. Asciutto, ma incisivo. Tutti conoscono o ormai stanno imparando a conoscere Giuseppe Rossi in campo, ma così è come si presenta in conferenza stampa il giorno dopo la serata di gloria contro i "suoi" Usa. Parlando indifferentemente italiano, inglese e spagnolo.
IL BIVIO — Ha scelto l’Italia rispetto agli Stati Uniti. Lui dice: "La storia è questa: quando ero giovane (e non scherza anche se ha solo 22 anni ndr), verso i 18 anni, Bruce Arena, l’allora c.t. mi avrebbe voluto con lui per varare la squadra Usa del Mondiale 2006, ma il mio sogno era l’Italia. La mia decisione era scontata. American Dream? Certo è la mentalità che ho. Voglio realizzare i miei sogni e fare sempre di più".
LA FAMIGLIA — "Erano felici, perchè tifano sempre per l’Italia. E io sono contento del loro supporto".
IL FUTURO — "Un rientro in Italia? Sono concentrato sulla Confederations Cup, si vedrà. Però del calcio italiano mi piace tutto. E’ un calcio difficile, e la pressione mi piace. Sono da sempre tifoso del Milan, i miei idoli erano Gullit e van Basten. Se chiamasse Galliani? Io risponderei... ciao".
GLI USA — "L’America è casa, perchè ho la famiglia lì. Ci ho vissuto fino a 13 anni. Ma in Italia sono stato 5-6 anni, e sono cresciuto come calciatore, e quindi l’Italia è una parte importante di me".
So his home is in America, because his Italian family, who support Italy, is over there. He himself had always dreamt about playing for Italy. Seriously, it would be a crime to make him play for the USA. Rossi playing for Italy is the only just solution to this "puzzle".