Io Criscito, valgo Ronaldo
Per il talento del Genoa la Juve ha investito 7,5 milioni: come il Milan per Ronie
«Io Criscito, valgo Ronaldo»
Il difensore: «Felice di tornare in bianconero. Ma Genova mi resterà nel cuore»
Agiugno a Torino: «Cannavaro è stato il mio maestro e mi diceva: picchia di più! Ma io preferisco il gioco, non butto mai via il pallone. Mi ispiro a Terry, Nesta e Materazzi. Farò vedere quanto valgo»
LUCA BORIONI
DOMENICO CRISCITO: lo sa che, per la metà del suo cartellino, la Juventus ha investito la stessa cifra che il Milan ha speso per avere Ronaldo: 7,5 milioni?
«Lo so, lo so. E la cosa mi ren*de entusiasta».
Il club bianconero ha tro*vato l’accordo con il Genoa e ha riscattato il suo cartel*lino con un investimento importante. E’ andata come si aspettava?
«L’ho detto ad Alessio Secco, so*no contento. Per me, per la Ju*ve e per il Genoa. Credo che sia stata la soluzione migliore per tutti».
Si dice però che lei sarebbe rimasto volentieri anche a Genova.
«Il fatto è che la gente qui mi ha accolto benissimo, mi vuole bene. E poi ho sempre pensato che nel Genoa avrei avuto maggiori possibilità di gioca*re ».
E il futuro alla Juve come lo vede? Teme di non gioca*re?
« Quando ritornerò in bianco*nero, fin dal primo giorno di al*lenamento farò in modo che tutti si accorgano di me. Del re*sto, è quello che ho fatto anche qua al Genoa».
Lei è considerato un gran*de talento. Quello che più colpisce è l’estrema sere*nità che dimostra anche nei momenti più difficili...
«Diciamo che non mi piace but*tare via i palloni. Preferisco cercare il gioco, sempre. E se questo mi riesce, devo ringra*ziare anche uno come De Rosa che mi fa uscire palla al piede, mi copre, mi incoraggia, dà si*curezza ».
E’ ciò che si dice una bella squadra, il Genoa?
«Il nostro è un gruppo strepi*toso. E ci sono altri giovani in*teressanti come ad esempio Botta».
La dote migliore del Genoa è il bel gioco: d’accordo?
«Sì, il nostro tecnico ha trovato il modo di far divertire noi gio*catori e il pubblico. Magari ri*schiamo qualcosina, però ne vale la pena».
Vale anche per la difesa a tre: più divertente per un centrale?
« Direi di sì, ho giocato pure nella difesa a quattro e non mi sono trovato male. Però a tre giocavamo anche con Chiaren*za, nella Juve Primavera, e mi piaceva».
Quest’anno ha già affronta*to i bianconeri. Cosa ricor*da di quella partita?
«Una grande emozione, simile a quella che ho provato qual*che giorno fa a Napoli. Sono napoletano ed è stata una gara diversa da tutte le altre, esat*tamente come quella con la Ju*ve. In quel caso, giocare contro campioni come Camoranesi e Buffon era una cosa davvero strana, anche se li avevo già vi*sti da vicino nell’anno e mezzo in cui mi sono allenato con lo*ro pur facendo parte della Pri*mavera...
».
La sua storia è divisa tra queste tre città: Napoli, Ge*nova e Torino.
«Sì, anche se nel Napoli non ho mai giocato, solo in formazioni dilettantistiche. Sono di Volla, un paese della provincia, là mi vide Onofri e mi portò al Ge*noa quando avevo 14 anni. Poi con Ceravolo sono arrivato al*la Juve e ci sono rimasto due stagioni, allenandomi sempre con la prima squadra. Una vol*ta, a Palermo, Capello mi portò anche in panchina».
Si è trovato a contatto con tanti campioni...
«Vero, non saprei da chi comin*ciare: Mutu, Ibrahimovic... Però io guardavo con attenzio*ne specialmente Cannavaro e Thuram».
Contento che Cannavaro abbia vinto il Pallone d’Oro e tutto il resto?
« Se lo meritava. Lui come Buffon: sarebbe stato più giu*sto un doppio premio».
Cannavaro le avrà dato dei consigli nel suo periodo ju*ventino...
« Mi diceva sempre: mena un po’ di più, mena un po’ di più... A me però piace soprattutto giocare la palla... ».
Genova è la sua città adot*tiva.
E Torino?
«Genova è stata la città che mi ha lanciato nel calcio che con*ta, non potrò mai dimenticarlo. E’ una piazza eccezionale, un pubblico che merita. Io abito in centro e vivo la città, mi piace girare per i negozi. Torino? Non nascondo che la prima vol*ta l’impatto non fu semplice. Ero abituato al mare... Poi ho imparato ad apprezzarla. E’ davvero una bella città. E so che ritroverò qualche amico napoletano. Come Palladino e Mirante, oltre a Ferrara».
A parte Cannavaro, altri modelli da seguire per un difensore?
«All’estero ammiro John Terry del Chelsea, in Italia Alessan*dro Nesta del Milan e Marco Materazzi dell’Inter».
Il ruolo del difensore, oggi, è cambiato rispetto a qual*che anno fa?
« Prima era importante pic*chiare... ora si cerca di privile*giare un po’ di più la mano*vra ».
Pensa che passando dal Ge*noa alla Juve per lei cam*bierà qualcosa sotto questo profilo?
«Non cambia nulla».
Che immagine ha della Ju*ve intesa come società?
«Un’organizzazione che, quan*do la vedi da vicino, ti fa resta*re senza parole. La prima in Italia».
Mai pensato di tentare la carriera all’estero?
«No, mai. E non ci penserò nep*pure tra un po’ di anni».
Che Juve si aspetta nella prossima stagione?
«So bene che non sarà sempli*ce tornare ai livelli più alti, an*che se è chiaro che si punterà a scudetto e Champions. La mentalità della Juve resta quella di sempre, vincente».
Che idea ha di Deschamps?
«E’ un tecnico che sa mantene*re la calma, come Gasperini, e che dà fiducia ai giovani. Poche volte la Juve ha saputo lancia*re tanti giovani come quest’an*no ». E ora tocca a Criscito. An*zi, no: lui è già lanciato.