There is an article on La Stampa about Ramadan and the footballers.
Sissoko said that he is sorry about his performance 3 days ago , he was really tired .
and the article says that fasting effects on the players abilities , thats proven by a British study published by «British Journal of Sports Medicine» , with tests on 55 professional players in 2004.
Players who participated in the research have shown a reduction in , speed, resistance to fatigue, the ability to Dribble the opponent. A general fatigue and physical weakness .
here is the full article if you want to read it..
Musulmano osservante, ai compagni confida: «Sono stanco»
di MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
Fino a domenica scorsa Mohamed Sissoko s’era salvato con le partite all’ora di cena, semplicemente, perché l’aveva potuta consumare anche lui: in regime di Ramadan, che il maliano segue da buon musulmano, gli sono vietati cibo e bevande dall’alba al tramonto. Così, giocando a sera inoltrata, qualcosa può addentare. Sarà un caso, ma tre indizi li ha messi in fila: benone contro l’Udinese alla seconda di campionato, bene con lo Zenit alla prima di Champions, entrambe sotto i fanali. Pomeridiana, e caldina, a Cagliari: un disastro, sette passaggi spediti sui piedi del nemico o direttamente in fallo laterale in 45 minuti, e la sensazione di una deambulazione troppo soffice per uno abituato a correre su partite e avversari con passo da quattrocentista. Difatti Claudio Ranieri l’aveva tolto dopo 60 minuti, roba mai vista, e forse pure stasera, nonostante la notturna, potrebbe farlo riposare in vista delle trasferte di Genova, con la Samp, alle 18, e di martedì in Champions, a Minsk, all’ultimo giorno di Ramadan, ma a notte fonda (le 21,45 locali).
Alla fede però, Momo non ha mai rinunciato, da quando gioca, anzi è sempre stata un buon navigatore per la sua vita: «Sono musulmano - spiegò al Liverpool - e la religione è una cosa importante per me. Mi dà equilibrio e gioca un ruolo fondamentale in tutti gli aspetti della mia vita. E ogni volta ringrazio Allah per tutto quello che mi ha dato». Lo ricorda, con una preghiera, prima e dopo ogni partita. In tutto, sono cinque ogni giorno. Quando devi scendere in campo tre volte a settimana, però, ti costa. In effetti, parlando a Vinovo con un compagno della partita di domenica, ha ammesso: «Mi dispiace ma ero stanchissimo».
Che il rispetto del Ramadan incida sui muscoli dei calciatori musulmani pare ovvio, in ogni caso l’ha confermato uno studio inglese pubblicato dalla rivista «British Journal of Sports Medicine» con un test effettuato su 55 calciatori professionisti nel 2004. Il Ramadan influirebbe sul periodo in cui viene osservato, quest’anno dal primo al 29 o 30 settembre (secondo la luna) e anche nelle due settimane successive alla sua fine. In particolare tra i giocatori che hanno partecipato alla ricerca è stata evidenziata una riduzione dell’agilità, della velocità, della resistenza alla fatica, della capacità di dribblare l’avversario. Una spossatezza generale, insomma, che non è da attribuire soltanto al digiuno diurno, perché poi le energie necessarie possono essere assunte dopo il tramonto senza tagliare le calorie necessarie al fisico, quanto allo scambio dell’assimilazione di cibo tra il giorno e la notte. Una specie di sconvolgimento dell’orologio biologico che può portare a disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, problemi di digestione, mal di testa. Tutte cause di fiacchezza fisica.
Il fenomeno, come la fede, è trasversale. Stessi problemi, per esempio, ha il Real Madrid con Mahamadou Diarra, maliano come Sissoko. Anche il centrocampista delle “ merengues” osserva il digiuno che, come nel caso di Momo, ha una notevole incidenza nel suo stile di gioco. L’allenatore del club spagnolo, Bernd Schuster, non era molto tranquillo: «Siamo un po’ inquieti, ma rispettiamo la fede del giocatore. Sono costretto a diminuire l’intensità dei suoi allenamenti perché, non mangiando, non può avere energie a sufficienza». C’è anche chi mette il lavoro davanti a tutto, compreso Allah. Come il talentino dell’Arsenal, Samir Nasrì: «Tra Arsenal e Nazionale ho troppe partite - disse due settimana fa - e il Ramadan non fa bene all’organismo, specie in estate. E io quindi non lo farò». Pure altri musulmani passati in Italia non l’hanno mai osservato, come Mohammed Kallon. O come l’ex grabata Gargo che, quando nell’estate 2005 trovò ingaggio in Qatar, fece mettere subito le cose in chiaro dal suo agente: «Beve e mangia carne, senza scrupoli». A Sissoko mancano sette giorni.