New Juve scandal: Moggi talking to referees (16 Viewers)

serfaraaz

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Apr 14, 2005
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Intercettazioni: Milan vs Juve sugli arbitri e il caso Ibra

11:40 del 26 maggio

Il retroscena: la reazione del Milan alle intercettazioni del Corriere
Quel dossier a Letta, un favore a Paparesta

La reazione del Milan alle intercettazioni pubblicate ieri dal Corriere è stata riassunta in un documento in quattro punti, nei quali insiste sulla correttezza dei propri dirigenti. È interessante approfondire l’argomento toccato nel terzo punto: «Il dossier Paparesta è cosa del tutto estranea al ruolo del signor Paparesta quale arbitro, del signor Galliani quale amministratore delegato del Milan e dello stesso Milan». È vero: come lo stesso Paparesta ha spiegato ai carabinieri del maggiore Auricchio il 12 maggio, «riguarda attività connesse al Consorzio Assobiodiesel», l’Associazione Italiana dei Produttori di Biodiesel della quale Paparesta è «revisore contabile. Chiedevo se vi era la possibilità di consegnare documentazione al sottosegretario Letta».

Operazione portata a termine regolarmente e felicemente, come spiegato da Galliani a Meani. In una seconda telefonata, ha spiegato lo stesso Paparesta al maggiore Auricchio, «Meani coglieva l’occasione per dialogare con me sulle attuali problematiche del mondo arbitrale, cercando di carpire alcune mie valutazioni che evitavo di dare». È evidente che fra le qualità di Paparesta non spicca quella di saper mantenere le distanze dalle società. Soffre di forte soggezione nei confronti delle grandi. Primasi fa chiudere nello spogliatoio di Reggio Calabria da Luciano Moggi, omettendo di raccontare l’episodio nel referto; poi chiede un favore extracalcistico ai dirigenti di una squadra che deve arbitrare.

Non il massimo dell’indipendenza, anche perché resta da dimostrare che un arbitro possa avere contatti di lavoro sia pure indiretti con un club. Ma il record del mondo della sudditanza Paparesta l’aveva battuto proprio in Reggina-Juve (6 novembre 2004). Ci vuole una bella fantasia per chiamare Moggi l’8 novembre, chiedendogli sommessamente scusa. Di che cosa? Di essersi fatto chiudere nello spogliatoio o di aver occultato l’episodio? Anche il 12 febbraio 2006, Paparesta ha confermato di non essere uno spirito libero. Figo disse di aver visto Moggi entrare nello spogliatoio di Paparesta prima di Inter-Juve, perché l’ex d.g. bianconero, con Giraudo e Bettega, aveva forzato il blocco delle maschere («non provate a fermarci») ed era passato dove Moratti, Facchetti e gli altri dirigenti mai si erano infilati in tanti anni, in quanto accesso vietato, proprio per evitare contatti fra dirigenti e arbitri.

Paparesta e gli uomini del’Ufficio Indagini avevano omesso l’episodio e Figo era stato multato. Quanto al quarto punto del documento, nel quale il Milan rivendica la propria estraneità ad un «sistema organizzato da terzi», saranno la Procura della Federcalcio ed eventualmente gli organi giudicanti ad esprimersi. Resta da capire se è illecito chiedere arbitri (Juve) ed è lecito chiedere assistenti ad hoc (Milan). Come l’assicuratore vogherese Puglisi.



Le intercettazioni
«Anche in Europa Pairetto favorì la Juve»
La rabbia di Riva: «Mazzini fece entrare i procuratori Gea nel ritiro della nazionale e Riva s’infuriò»

Anche il vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini aveva un occhio di riguardo per la Gea World. E infatti faceva entrare i procuratori della società ora sotto inchiesta, persino nei ritiri della Nazionale. L’ultima informativa consegnata dai carabinieri del reparto operativo di Roma ai magistrati napoletani, fornisce nuovi elementi per evidenziare quanta influenza avessero Luciano Moggi e i suoi amici non soltanto sul sistema della scelta degli arbitri,ma anche sul mercato del calcio. Poi svela i contatti con gli arbitri internazionali che sarebbero stati garantiti alla «combriccola moggiana» da uno dei suoi protagonisti: Pierluigi Pairetto. «Metodi—sottolineano gli investigatori— che vengono definiti dagli stessi addetti ai lavori e dagli operatori mafiate».

Gli azzurri e la Gea
Il 28 aprile 2005 il dirigente del Milan Leonardo Meani parla con l’assistente Gabriele Contini. «È quest’ultimo — si legge nel rapporto — ad esprimere le sue considerazioni sui vertici federali: «...per questo è che la Federazione non conta niente! D’altronde che c’è? Lui (Mazzini), Abete che è un altro ebete, Ghirelli, tutta sta gente qui! Oh, Mazzini è quello che faceva entrare i procuratori della Gea nel ritiro della Nazionale, eh? chiedilo un po’ ai tuoi giocatori del Milan». Offrendo riferimenti contestuali e temporali a quanto sta affermando, aggiunge con tratti di certezza, ulteriori particolari anche sulla reazione che una simile situazione ha suscitato nell’entourage azzurro: «È quello che faceva entrare i procuratori della Gea nel ritiro della Nazionale questa estate! Eh!... cazzo! Che si è incazzato Riva (accompagnatore ufficiale). Che roba è? L’albergo sembra... sembra un carnevale?». Le affermazioni del guardalinee forniscono ulteriori elementi sui metodi della Gea di poter operare sul mercato calcistico da una posizione privilegiata e di assoluta esclusività, proprio perché si avvale di canali collusivi e associativi ai massimi livelli istituzionali».

Le partite di Coppa
Il 4 aprile 2005 Meani chiama l’assistente Claudio Puglisi, «commentano la designazione della terna arbitrale per Milan-Inter valevole per i quarti di andata di Champions League. Proseguendo Puglisi fa notare al suo interlocutore che a dirigere la Juventus, impegnata nella medesima competizione contro il Liverpool, sarà l’arbitro De Bleeckere ed entrambi concordano che quest’ultimo è "uomo di Pairetto" e che la dirigenza bianconera «riesce anche ad influenzare le designazioni a livello europeo». Dieci minuti dopo Meani parla con l’arbitro Emidio Morganti e «si lamenta della designazione per i bianconeri: "mi fa incazzare come... a me, relativamente, però cazzo allora De Bleeckere è, praticamente, il figlioccio di Pairetto in Uefa, no!!... quell’arbitro belga arbitra la Juve a Liverpool. Io... io dico perché gli inglesi dormono all’umido, ma se io fossi gli inglesi, vedete che casino, questo qui è venuto a fare il raduno qua in Italia, dai, con tutti gli arbitri che c’erano dovevano proprio prendere De Bleeckere..."». La Juventus perde la partita per 2-1. Il giorno successivo all’incontro di ritorno che determina l’eliminazione dei bianconeri Meani parla con il segretario della Commissione arbitri Manfredi Martino e «approfitta per scherzare su Pairetto, che si rammenta anche essere designatore Uefa, il quale sicuramente sarà stato rimproverato duramente dai dirigenti juventini per non aver designato per i bianconeri un arbitro ritenuto da loro gradito».

Ibra squalificato
L’8 maggio 2005 è in programma la sfida scudetto Milan-Juventus. Uomochiave potrebbe essere Ibrahimovic che però è stato squalificato per un fallo commesso durante la sfida dei bianconeri con l’Inter del 20 aprile. «Nella serata del 28 aprile—scrivono i carabinieri nel rapporto—si consuma nel volgere di pochi minuti una rapida e concitata sequenza di contatti tra Bergamo e Meani, in cui il primo è spinto a chiamare il secondo per chiedergli di essere messo in contatto conGalliani con la massima premura. Nel corso dei contatti intervenuti, traspare la serrata attività del gruppo moggiano in fermento per l’approssimarsi della sfida scudetto con il Milan, che trova nell’intermezzo la squalifica di Ibrahimovic. Una tale situazione fornisce la chiave di lettura alle pressanti sollecitazioni esercitate dalla compagine moggiana sull’ambiente federale. Infatti, nell’ultima comunicazione tra il dirigente milanista e il designatore arbitrale, dopo che questi aveva parlato con Galliani, emerge che Bergamo fa presente all’interlocutore una manovra indiretta portata avanti in quei giorni mediante la stampa perché la commissione disciplinare rivedesse il suo giudizio ». La Juventus presenta ricorso alla Caf contro la squalifica, ma perde. «La giustizia sportiva—sottolineano gli investigatori— perviene liberamente alla sua determinazione, dal momento che dal tenore delle conversazioni e dal succedersi dei contatti, si evince che i vertici della Lega Professionisti abbiano blindato istituzionalmente l’organo giudicante e l’ambiente federale dalle incursioni condizionanti della compagine moggiana».
(Corriere della Sera)


La Stampa
SCANDALO CALCIO
LE INTERCETTAZIONI
«Quando siamo in area non alzare la bandierina»

Il Milan ha appena perso a Siena (2-1), compromettendo la volata scudetto con la Juventus. Come noto, a Shevchenko viene annullato un gol per fuorigico su segnalazione del guardalinee Baglioni. Le vibranti proteste di Meani al designatore degli assistenti, Mazzei («Galliani è furibondo»), sortiscono effetto. Nella partita successiva, Milan-Chievo, i guardalinee sono Puglisi e Babini. Entrambi graditi. La designazione è tanto sospetta da suscitare le perplessità dello stesso Babini, in una telefonata con Meani.

Babini: «Bisognerebbe rifiutarla quella partita lì...» Meani chiede il motivo di questa reazione.
Babini: «Perché sì! Ma scusami, c’è bisogno di dire perché Leo?...Cioè io ho fatto Atalanta-Chievo l’ultima volta, Puglisi è una vita che non fa il Milan che non glielo danno perché dicono che è un ultras del Milan... tiene lo juventino Baglioni, ti annulla un gol, che ci può anche stare, per carità di Dio! Cioè loro confermano, con questa designazione confermano che è tutta una porcheria!» Meani: «eh, ma mica ti ho chiesto io, eh?»
Babini: «... sì vabbè! Questa è la dimostrazione che non c’entra niente nessuno capito?»
Meani: «... non sei contento di venire a fare il Milan, pirla? Vieni da me a trovarmi?...» Successivamente, secondo la ricostruzione dell’informativa dei carabinieri, Meani chiama Puglisi e quest’ultimo ne approfitta per informarlo che lo ha chiamato Babini, mostrandosi preoccupato della designazione. Meani informa Puglisi di aver suggerito a Babini l’atteggiamento che dovrà assumere.
Meani: «gli’ho detto, se ti mandano lì ti mandano perché sanno che sei abbastanza gradito all’ambiente oltretutto vai con le (inc) di non fare cacate, no? deficiente... no ridendo io gli ho detto tu basta che do.. mercoledì da intelligente come vogliono quelli lì... nel dubbio da una parte vai su e dall’altra vai giù! Eh! Come fanno con gli altri! con gli altri cosa fanno? nel dubbio...se...se la Juventus stanno giù! Se...se è un’altra squadra vanno su».

Lo sfogo
E’ il 19 aprile del 2005, ore 9,52. L’assistente Copelli ha un rapporto molto stretto con Meani. Attaccato da Foschi, ds del Palermo, dopo la partita tra la Sampdoria e i rosanero, si sfoga con il tesserato del Milan. Il quale lo rincuora.
Meani: «...tu stai tranquillo! adesso ci penso io,... io appena passa la partita questa qui con il Chievo mercoledì, io parlo con Galliani, lui lo sa Galliani, gli dico: senta questo qui è un nostro uomo gli dico io, qui quel pirla del Palermo...». Lo stesso giorno Meani chiama Galliani, il quale ne approfitta per chiedergli se ha parlato con i designatori (in vista della partita con il Chievo). Meani lo tranquillizza, riferendo del fermo richiamo rivolto a Bergamo e Mazzei. Quindi avvisa Galliani che lo sta cercando Collina.

Il caso Ibra
La lunga vigilia dello scontro diretto tra Milan e Juve è agitata dalla squalifica di Ibrahimovic (tre turni per effetto della prova televisiva dopo Juve-Inter). Lo svedese a San Siro non ci sarà, la Juve ricorre inutilmente alla Disciplinare e quindi alla Caf. La revisione del provvedimento dipende dall’assistente Griselli, che secondo i bianconeri aveva visto l’azione incriminata. Griselli, al quale le indagini dei carabinieri attribuiscono un connotato di partigianeria juventina, non corregge il referto dell’arbitro De Santis. E’ 28 aprile 2005, ore 19,45. Meani chiama il designatore Bergamo, facendo trasparire il recente contatto tra il designatore e Galliani.

Meani: «Hai capito? E’ incazzato anche lui adesso». Lui, cioè Galliani. «Questo è il momento che non sono accettabili, forse andavano bene qualche anno fa, un po’ di anni fa». Alludendo ai sistemi di Moggi.
Bergamo: «Con me credimi trovano una porta non chiusa, chiusa ma chiusa a chiave, perché io avevo già capito dai giornali che stavano preparando tutta una cosa perché la disciplinare rivedesse il suo giudizio e questo poteva dipendere solo da Griselli»
Meani: «Eh capito? Griselli è di Livorno». Come Bergamo, sul quale il tesserato rossonero sospetta pressioni della Juve.


QN
'Galliani sceglie gli arbitri'
"Pressioni" e "minacce" della dirigenza del Milan per ottenere designazioni favorevoli dopo aver scoperto le manovre della Juventus".

E' quanto si legge nell'ultima informativa consegnata dai carabinieri del reparto operativo di Roma ai magistrati napoletani, e riportata oggi dal Corriere della Sera. Il telefono intercettato è quello del dirigente rossonero Leonardo Meani, "ma - si legge - il presidente Adriano Galliani interviene più volte sulla scelta di 'fischietti' e assistenti". Nell'aprile 2005, riferisce il quotidiano di via Solferino, subito dopo l'incontro Siena- Milan, Meani chiama Collina "lamentandosi per la designazione di De Santis per l'incontro Juventus-Inter e proseguendo gli riferisce quanto raccontatogli da Carlo Ancelotti in merito alle designazioni arbitrali nel periodo in cui allenava i bianconeri ed era alle dipendenze di Luciano Moggi".

Così è annotata la conversazione. "..."Ma tu sai che ieri in macchina, quando mi diceva Carletto che il giovedì, il giovedì quel famoso, l'altra persona famosa gli... gli diceva, domani abbiamo questo arbitro e veniva, e c'era quell'arbitro... e c'era il sorteggio e fa e noi non... io non riusci..., non mi spiegavo, lui il giovedì sapeva già l'arbitro che aveva alla domenica. Tu pensa, questo prima, quando riuscivano a manovrarlo in un certo modo no!".

Sempre Meani proseguendo nella conversazione, aggiunge, per meglio far comprendere al suo interlocutore il potere di Moggi sul sistema calcio, che addirittura lo stesso riesce anche ad influenzare la stesura del calendario "Era tutto, era tutto be..., mi diceva ieri in macchina che addirittura quando gli diceva ti piace... in fase di preparazione del calendario, gli diceva come dici che sia meglio, vogliamo cominciare con queste partite o con quell'altre partite o... con... che squadre vogliano trovare all'inizio"".

L'avvertimento il 19 aprile 2005 Meani telefona ad Adriano Galliani, "il quale ne approfitta per chiedergli se ha parlato con i designatori, ricevendo non solo risposta positiva dal Meani ma anche l'energico richiamo fatto sia a Bergamo che a Mazzei (designatore degli assistenti, ndr), tant'è che per il prossimo incontro con il Chievo è stato designato l'assistente Puglisi".

Galliani sapeva dunque quale fosse la procedura per ottenere designazioni favorevoli. Del resto, quale fosse il tenore delle "pressioni" esercitate dai rossoneri, emerge proprio dalla trascrizione della conversazione tra lo stesso Meani e Mazzei dopo Siena-Milan del 17 aprile 2005 finita 2-1, nel corso della quale il dirigente milanista si lamenta del guardalinee Baglioni che aveva annullato un gol.
it sayS that defeat of juve to reggina was because papreSta was on the side of milan and ban for ibra for three games was because of galliani and juve defeat to liverpool at anfield was becauSe the linesman was on the side of milan and dp goal was disaalowed by him
 

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Revan

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May 24, 2006
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Soccer: AC Milan official under the spotlight
Source: AFP (Agence France Presse)

ROME : An AC Milan official has for the first time become directly involved in a match-fixing affair in a new twist to the Italian football scandal which has been raging the past few weeks.

The Corriere della Sera newspaper on Thursday published transcripts of telephone conversations of Leonardo Meani, the only AC Milan official facing match-fixing charges by Naples prosecutors in the 2004/05 Italian championship won by Juventus.

In a taped conversation dating back to April 19 last year, Meani expressed anger at an Italian football federation official responsible for designating linesman, Gennaro Mazzei, for Milan's 2-1 defeat against Siena when Milan had a goal disallowed.

"Now pay attention (...) Send us Consolo, not just to Turin. Do you understand?," Meani was quoted as saying about Andrea Consolo, a linesman who has already appeared in telephone conversations as one of the officials most wanted by Juventus director general Luciano Moggi.

According to the Corriere della Sera transcription, Mazzei, also facing charges by Naples prosecutors, appears to give way under pressure from the Milan official.

This new revelation in the Italian press comes at a time of rising concern over the publication of entire pages of telephone conversations in theory protected by secrecy laws.

Later Thursday, AC Milan's lawyer hit back at the allegations.

"I have said and I repeat that Milan is a total stranger to this affair," said Leandro Cantamessa.

AC Milan are one of four teams, with Juventus, Fiorentina and Lazio, being investigated by Naples prosecutors on charges of sporting fraud with 41 people placed under judicial investigation, including nine referees and 11 linesmen.

However the role each club played in the affair has not yet been worked out and only one AC Milan official is facing charges.

AC Milan owner and former Italian Prime Minister Silvio Berlusconi has on several occasions called for the last two Italian league titles, won by Juventus, to be handed to AC Milan.

Moggi was sacked last week amid the burgeoning Italian football scandal, a complex affair which has many strands and separate investigations.

Moggi is in the spotlight after Italian papers published transcripts of phone calls intercepted in 2004 between him and Pierluigi Pairetto, head of the Italian referees' association and a member of UEFA's referees' commission.

In the conversations, Moggi tells Pairetto which referees he wants assigned to certain Juventus matches in Serie A and the Champions League. - AFP/de

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i must admit all these new milan related articles are sooo refreshing. :)
 

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