Bojinov all'asta
Juve addio, Valeri è in vendita
Il Toro spera ancora nel prestito
Chi fa l’offerta giusta, base d’asta dieci milioni di euro, può portarsi a casa Valeri Bojinov che, difficilmente, finirà la stagione con la maglia della Juve. Per impacchettarlo, però, non basterà mettersi d’accordo per un prestito, formula con la quale era arrivato in bianconero: l’impressione, infatti, è che la Fiorentina non sia dell’idea, preferendo trovare un compratore definitivo.
Il primo ad alzare la mano, quindici giorni fa, è stato il Toro: «Avevamo chiesto alla Juventus Bojinov - ha spiegato ieri il ds granata Doriano Tosi - e ci hanno risposto di no. Poi non abbiamo saputo più niente. Bojinov è un buon giocatore, bisognerebbe però che parlassimo meno mediaticamente, e io all’orizzonte non vedo questa possibilità. Se ci fosse qualcosa, allora sì, ma per adesso mi sembrano discorsi sul niente». L’intenzione, però, c’è sempre: «Il Torino ha l’obiettivo di sfoltire i ranghi - ha continuato Tosi - poi, in un discorso di crescita, abbiamo detto pubblicamente che ci piacerebbe una punta che ci possa dare una mano. Qui finiscono i nostri proclami». Il guaio è che il Toro aveva fatto una telefonata per proporre il prestito, non certo per prendersi un pezzo che si trascina uno scontrino milionario. Il club di Urbano Cairo, così, si sta guardando intorno, anche se l’attaccante bulgaro sarebbe un gran colpo: per ora si aspetterà, fino agli ultimi giorni di mercato, agli sgoccioli di gennaio, magari per sfilarlo riproponendo il prestito. Potrebbe dare una mano ai granata il feeling fra Bojinov e il club bianconero che, ultimamente, è azzerato. Se mai ci fosse stato qualche dubbio, bastava dare un’occhiata, ieri pomeriggio, sul prato di Vinovo. Appena finito l’allenamento della Juve, poco dopo le 16, l’attaccante s’è fermato una decina di minuti sul campo, con Didier Deschamps. Per un robusto e franco chiarimento, a giudicare dall’espressione delle facce. E dalle successive parole dell’allenatore: «Capisco la voglia di giocare, e come sempre cerco di parlare con i ragazzi, ma penso che Bojinov non debba avere fretta e capire che ci sono tanti giocatori importanti. Per questo non posso assicurare un minutaggio minimo a nessuno». Garanzie, insomma, non se ne timbrano. «La concorrenza è alta - ha continuato il tecnico - e ci sono giocatori di qualità. Per questo penso che si possa migliorare anche giocando meno». Deschamps, al solito, è stato franco, senza sbattere la porta in faccia, ma senza neppure fare promesse temerarie. Tradotto: puoi restare, ma non farò di tutto per trattenerti.
Chi ascoltava, però, ha la pazienza esaurita da tempo: figurarsi attraversare altri cinque mesi con i glutei imbullonati alla panchina. Non se ne parla. Al bomber non è andato giù nemmeno l’utilizzo nel Trofeo Berlusconi: anche fuori ruolo, s’è lamentato. Il Toro, allora, sarebbe una buona soluzione: resterebbe in Italia, ritrovando la A e, soprattutto, partite da addentare, di nuovo protagonista.
Il rischio, per la società granata, è che a fine gennaio qualcuno abbia già alzato la mano e portato via il bulgaro. Alcuni, un pensierino, lo stanno facendo. Il Milan sta pensando a Bojinov da qualche giorno, soprattutto dopo l’ipotesi della squalifica di Borriello; mentre all’estero c’è l’Amburgo, al quale la Fiorentina potrebbe chiedere il difensore centrale belga Vincent Kompany. Non resta che aspettare o investire fra i dieci e i quindici milioni di euro. Troppi, probabilmente.
La Stampa