Il tecnico della Roma Spalletti a muso duro a Reggio: "Le opportunità giele ho date". Mercoledì il procuratore incontra il ds Pradé: la Juve teme il Milan e spera nell'accordo
REGGIO CALABRIA, 29 agosto 2005 - Nel blitz della Roma tiene banco ancora il caso Cassano, finito in panca e col morale sotto i tacchi. Mercoledì, il manager Bozzo e il d.s della Roma Pradè si rivedranno per tentare un ultimo accordo. La Juventus è alla finestra, offrirebbe Mutu alla pari, ma Moggi si augura soprattutto che trovino un’intesa a Trigoria. "Io spero che s’accordino con una clausola non superiore a 10 milioni di euro per liberarlo l’anno prossimo" ammetteva Luciano Moggi ieri. La Juve, nell'anno del Mondiale, non vorrebbe prendere subito Cassano turbando, così, Del Piero. Ma, al contempo, non vorrebbe che s'inserisse il Milan, ipotesi che prenderebbe corpo seil giocatore non trovasse l’accordo con Sensi e, nel contempo, la Juve stessa tergiversasse.
Tornando alla Roma, Spalletti cerca ancora un portiere: dal Brasile potrebbe arrivare Doni, estremo difensore della Juventude, che cerca di acquisire il passaporto comunitario. Cassano resta l’argomento principe del dopogara, quindi. E Spalletti non gradisce: "Vorrei si indugiasse più sui complimenti a Mancini, a De Rossi, al modo di stare in campo e affrontare la gara di questa Roma che non sulla questione Cassano". Difficile dargli torto. Il blitz di Reggio Calabria è figlio d'una gara tattica, furba, intelligente. "Mancini, sul lato, ha interpretato benissimo ruolo e modo di giocare. Così come De Rossi, che sul gol è stato anche intelligentissimo a capire cosa fare su quella punizione di Totti".
Tiene banco, però, la questione Cassano anche col tecnico. Separato in casa, seduto in panca al lato opposto di Spalletti, alzatosi solo per scaldarsi nella ripresa e, per altro, nemmeno entrato. "Ho scelto l'undici che mi serviva per questo tipo di gara e poi va detto che le partite si perdono anche con Cassano, come succedeva l'anno scorso. Tra i miei attaccanti è quello che, più di tutti, è stato in campo e, quindi, le opportunità di mettersi in mostra gliele ho date. Credo di essere quello che più di tutti vuol bene ad Antonio. E' una questione di atteggiamento, lui deve mettersi a disposizione della squadra. Deve cambiare comportamento. Perché, in una squadra e nel calcio, è sempre questione di comportamento, non di come uno si chiama".
In casa Reggina Mazzarri difende la sua squadra. "Ditemi quante volte — chiedeva seccato all'indirizzo dei cronisti — la Roma ha trovato la porta oltre i 2 gol iniziali che, comunque, sono nati su nostri errori. Non dimenticate che abbiamo inserito giocatori nuovi in questi giorni e che avevamo molti debuttanti in A".
dal nostro inviato Gaetano Imparato
Gazzetta.it