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"E che la task force Milan non sia fatta di sprovveduti in balia di Moggi lo racconta la telefonata del 18 marzo 2005, vigilia del derby di Champions con l´Inter. Un dirigente del Milan dice al collega Meani: «… Ascolta una roba, due nomi, io avevo pensato alla prima Ivanov, la seconda Granpol(Graham Poll)…». Meani: «Meglio Granpol all´andata e Ivanov al ritorno». L´assistente-tifoso Puglisi commenterà: «L´importante è che riusciamo a fargli il culo a ´sti interisti». Ancora Meani, al dirigente arbitrale Manfredo Martino, fede milanista: «Contro il Siena mandami Ambrosino».
GALLIANI, C'E' BERGAMO IN LINEA
Lo scenario emerso da nuove intercettazioni aggrava la posizione rossonera. Il designatore chiama Meani: «Devo parlare col grande capo, mi dai il numero?». Anche un colloquio nel quale vengono concordati gli assistenti più graditi per una gara con la Fiorentina.
21 marzo 2005
Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan, chiama l’arbitro Domenico Messina: il giorno prima ha diretto Juventus Reggina (1-0, Del Piero). Si parla della Triade.
Mea. Loro, come sempre, non sono venuti a salutarti.
Mes. No, sono venuti questa volta.
Mea. Sono venuti?
Mes. Sì, stavolta sì. Hanno vinto e, con grande classe, sono venuti. Quando perdono, non vengono.
Mea. La Triade al completo?
Mess. No solo due... Solo due. Bettega no.
Mea. Eh lo so, loro due, i due cagnoni.
Mes.Eh sì, sì.
Mea. Eh, son bestiali eh.
Mes. Sono proprio dei cagnoni comunque.
Mea. Eh, sono tremendi
Mes. Eh, sono antipatici perché sai voglio dire anche Galliani ha potere però non è così antipatico.
Mea. No, non è così antipatico perché……
Mes. E’ più intelligente, è più intelligente.
Mea. Esatto, questi invece sono arroganti ai massimi livelli, e poi loro...
Mes. Sono veri mafiosi.
28 aprile 2005.
La Disciplinare respinge il reclamo della Juventus contro la squalifica di Zlatan
Ibrahimovic per due turni: decisiva la prova tv per il colpo inflitto a Ivan Cordoba
in Juventus-Inter. Lo svedese è costretto a saltare la sfida con il Milan, decisiva per lo scudetto. Si ipotizzano eventuali pressioni sulla Caf, cui la società bianconera vorrebbe ricorrere d’urgenza. Il designatore Paolo Bergamo chiama Meani, cercando di stabilire un contatto urgente con Adriano Galliani.
M. Pronto!
B. Leonardo...
M. Ciao Paolo, come stai?
B. Ascoltami, ho urgenza di parlare con il grande capo. Mi puoi richiamare, mi dai un numero dove posso chiamarlo?
M. Subito subito?
B. No! Quando tu mi dici: guarda, richiamalo alla tal ora a questo numero. A me mi va bene anche alle dieci, le undici. L’importante è che è una telefona urgente volevo fargliela.
M. Ascolta, io provo a sentire subito in sede, se lui è ancora in sede, sennò... perché sennò... tu non hai il suo cellulare?
B. No, io non ce l’ho il suo numero, se me lo dai ci provo.
M. Sennò, sennò io lo chiamo sul cellulare e gli dico così che, che hai bisogno urgente di parlargli.
B. Sì.
M. Tu sta col cellulare acceso che ti richiamo.
I due si risentono dopo una manciata di minuti.
B. Leo!
M. Allora 335...
B. Perfetto.
M. Gli ho parlato, perché, mi fa. Ma cos’ha, che cos’ha? Gli faccio: è agitato è molto nervoso tutti quelli che gli rompono il c..., ma lui siccome già lo sa. Paolo!
B. Sì.
M. Due cose.
B. Dimmi.
M. Io lo so che tu sei molto arrabbiato di qua e di là, però tu sappi che noi io gli voglio bene a Cristiano Copelli. Non ammazzarlo, per cortesia.
B. No, no, no, no.
M. Perché è un bravo ragazzo e poi...
B. Lo sto recuperando...
M. Un’altra cosa, se puoi dare un’occhiata ad Andrea Stefani quel ragazzo di Milano...
B. Sì, ma quello esce normalmente lui.
M. Sì, però magari se puoi dargli un’occhiatina così...
B. Sì, sì.
28 aprile 2005
Meani chiama Bergamo per sapere chi arbitrerà a Firenze.
M. Ma mi diceva Galliani che ti stanno rompendo i coglioni, per che cosa?
B. Eh... dai non sei troppo intelligente per non capire.
M. Certo... chi è che ci manda a Firenze?
B. Come griglia? L’abbiamo fatta a tre perché noi abbiamo... mi fai dire una cosa che con Gigi ti dico cosa ho in mente. Ho in mente di metterne tre, due... la partita vostra, quella della Juventus e una gara di B... perché non voglio assolutamente che ci siano preclusioni e gli arbitri sono Messina, sono Farina e sono Rodomonti per me, poi sentiamo un po’ Gigi... perché poi tu immaginerai quello che i tre che voglio mettere per la quest’altra domenica.
M. Tu vuoi mettere... io ho capito tu vuoi mettere Paparesta, Collina e Trefoloni.
B. Sissignore... e mi ci gioco la testa.
M. Ecco però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto.
B. Stai tranquillo, stai tranquillo.
M. Perché sennò gli tagliamo la testa noi... Nella stessa giornata Meani richiama Bergamo per parlare ancora di Firenze (il Milan vincerà 2-1) e, soprattutto, degli assistenti della terna.
M. Invece a me a Firenze?
B. Non l’ho ancora studiata a dire la verità, perché mi ci metterò dopo cena.
M. Ah.
B. Stavo guardando è ho quell’elenco di quelli che sono in uscita... Voi con Stagnoli come vi siete trovati ultimamente?
M. Bene.
B. Beh lui potrebbe essere uno...
M. Per noi bene, anche con... anche se vuoi mettere uno che ha fatto poche partite con noi, che noi ci troviamo bene è anche Ambrosino!
B. Eh... potrebbe...
M. E’ venuto da noi è venuto da noi due domenica fa in casa, però ha fatto solo la partita, sarebbe la seconda può anche andar bene eh! Non so se ce l’hai in griglia o come la pensi però è uno...
B. Non è uno che sta andando bene, è un ragazzo...
M. E’ un ragazzo sveglio... a me Stagnoli e Ambrosini vanno anche bene eh...
B. Mentre invece Ayroldi no eh!
M. No Ayroldi sì, Ayroldi sì...
B. Quant’è che non viene Ayroldi?...
M. E’ un po’ che conviene... è un po’ che non viene... Ayroldi può andare bene, anche. B. Non sarebbe male eh!
M. No! Stagnoli e Ayroldi.
B. Uh...
M. O Stagnoli-Ayroldi o Stagnoli-Ambrosini può mandare.
B. Sei sicuro che Ayroldi è perlomeno un mese che non viene?
M. Sì, sì, sì.
B. Eh allora mi danno un certa garanzia Stagnoli e Ayroldi!
Al Franchi saranno Ayroldi e Stagnoli.
31 maggio 2005
Galliani chiama Meani per parlare di alcune promozioni da sponsorizzare all’interno della Can.
G. Pronto.
M. Buongiorno dottore!
G. Meani buon dì!
M. Allora... eh ho saputo che lei ha parlato già con Puglisi...
G. Sì!
M. Stamattina, sì... perché m’ha chiamato e m’ha detto...
G. Va bene, va bene, va bene... parliamo.
M. Ecco! E poi volevo dirle è possibile se io posso spingere per due persone con Lanese da mettere nelle commissioni dilettanti e di C.
G. Spinga...
M. Perché... abbiamo un po’ di controllo anche nelle categorie inferiori è meglio!
G. Va bene, va bene, spinga, spinga va bene...
M. Va bene!
G. Son gente di fiducia!
M. Son gente di su... guardi uno è Marano, tra l’altro è siciliano e quindi non destiamo neanche nessun sospetto è quello che ha fatto il guardalinee in serie A per tanti anni.
G. Va bene, va bene.
M. E Puglisi però bisogna far tutto per metterlo in A e B eh.
(Da Tuttosport)
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Messaggio N° 635 26-05-2006 - 14:32
IL SISTEMA MEANI: "QUANDO SIAMO IN AREA NON ALZARE LA BANDIERINA"
Sconvolgenti intercettazioni pubblicate in esclusiva dal quotidiano torinese "La Stampa" inguaiano ulteriormente la posizione del Milan.
di Corsivo79
Ai tempi del Ventennio Fascista andavano di moda le veline per nascondere e distorcere la realtà dei fatti. Oggi, invece, basta semplicemente essere proprietari di qualche giornale o gruppo editoriale per influenzare le fasce più ignoranti della popolazione. La stampa del "Regime Berlusconiano" non ha gradito la furente polemica scatenatasi attorno a Leonardo Meani, l'addetto agli arbitri del Milan finito nella bufera per i suoi loquaci contatti con arbitri e guardalinee. Le goffe giustificazioni dell'avvocato rossonero Cantamessa e di Adriano Galliani in persona non hanno convinto nessuno, così l'entourage milanista ha dovuto richiamare il suo servile esercito mediatico per respingere le polemiche ed attaccare la Juventus con la solita panzana quotidiana: "Per Moggi e la Juve arbitri amici anche in Champions”, ha sparato il faziosissimo "Il Giornale" (povero Montanelli, se sapesse come l'hanno ridotto). Entrando nel merito dell'articolo si scopre, però, che al centro dell'ennesima intercettazione non c'è il solito Luciano Moggi, magari intento a chiedere arbitri compiacenti in Europa, bensì la coppia vincente Meani-Puglisi (il guardalinee soprannominato negli ambienti arbitrali l' "ultrà rossonero"). I due compari uniti dalla fede milanista sparlano di De Bleeckere, arbitro belga designato per Liverpool-Juventus e ritenuto dai due un "figlioccio" di Pairetto e quindi amico della Juve. Dello stesso tenore la telefonata fra Morganti (arbitro di serie A) e il nostro caro Meani. Per la cronaca la Juve perse la partita 2-1 con un gol regolare annullato a Del Piero che ci costò la qualificazione (alla faccia dei figliocci). Ricapitolando: due tifosi milanisti sparlano fra di loro della Juve (situazione già di per sé equivoca visti i rispettivi ruoli che ricoprono) e questa sarebbe la prova regina che la Vecchia Signora controllava gli arbitri europei? Ma non scherziamo. Se il castello accusatorio si basa su tali sciocchezze, altro che serie B, non esistono gli estremi neppure per una penalizzazione. Da notare come i fantasiosi pezzi pubblicati dai quotidiani del "Gruppo" siano infarciti di "condizionali", verbi che consentono di raccontare stronzate senza incorrere in spiacevoli querele. Lo stesso "Giornale" della "Famiglia Berlusconi" stamattina ci propinava una serie di dichiarazioni davvero esilaranti. Demetrio Albertini: “Chi dice che così fanno tutti accampa una scusa banale perché non è vero: non tutte le società, non tutti i dirigenti e non tutti gli arbitri sono indagati». Adriano Galliani: “[…]io non mi sono mai occupato di mercato, curato da Braida, né di arbitri. Capisco che dopo l'esito delle elezioni ci sia in giro un clima da vendetta del conte di Montecristo, ma la realtà è questa. Io con Moggi parlavo al telefono una-due volte l'anno. È bene che si arrendano all'evidenza. Mi occupavo di altro, di Lega e di politica federale". Battute che farebbero invidia anche all'allegra banda di Zelig. Se Galliani &C sono davvero sicuri di avere la coscienza linda e immacolata per quale motivo sono così preoccupati della Meani-story? Il motivo lo svela in esclusiva il quotidiano "La Stampa", con una serie di nuove intercettazioni dai contenuti inequivocabili. Il titolo dell'articolo a firma di Guido Boffo la dice lunga sul ruolo dell'addetto agli arbitri del Milan: «Quando siamo in area non alzare la bandierina». In mezzo a tutta la "fuffa" pubblicata in queste settimane, questo è sicuramente lo stralcio più compromettente, dal quale potrebbe scaturire con ogni probabilità una pesante accusa di frode sportiva ai danni dei rossoneri. Di seguito proponiamo la versione integrale delle suddette intercettazioni:
Il Milan ha appena perso a Siena (2-1), compromettendo la volata scudetto con la Juventus. Come noto, a Shevchenko viene annullato un gol per fuorigico su segnalazione del guardalinee Baglioni. Le vibranti proteste di Meani al designatore degli assistenti, Mazzei («Galliani è furibondo»), sortiscono effetto. Nella partita successiva, Milan-Chievo, i guardalinee sono Puglisi e Babini. Entrambi graditi. La designazione è tanto sospetta da suscitare le perplessità dello stesso Babini, in una telefonata con Meani.
Babini: «Bisognerebbe rifiutarla quella partita lì...» Meani chiede il motivo di questa reazione.
Babini: «Perché sì! Ma scusami, c’è bisogno di dire perché Leo?...Cioè io ho fatto Atalanta-Chievo l’ultima volta, Puglisi è una vita che non fa il Milan che non glielo danno perché dicono che è un ultras del Milan... tiene lo juventino Baglioni, ti annulla un gol, che ci può anche stare, per carità di Dio! Cioè loro confermano, con questa designazione confermano che è tutta una porcheria!»
Meani: «eh, ma mica ti ho chiesto io, eh?»
Babini: «... sì vabbè! Questa è la dimostrazione che non c’entra niente nessuno capito?»
Meani: «... non sei contento di venire a fare il Milan, pirla? Vieni da me a trovarmi?...» Successivamente, secondo la ricostruzione dell’informativa dei carabinieri, Meani chiama Puglisi e quest’ultimo ne approfitta per informarlo che lo ha chiamato Babini, mostrandosi preoccupato della designazione. Meani informa Puglisi di aver suggerito a Babini l’atteggiamento che dovrà assumere.
Meani: «gli’ho detto, se ti mandano lì ti mandano perché sanno che sei abbastanza gradito all’ambiente oltretutto vai con le (inc) di non fare cacate, no? deficiente... no ridendo io gli ho detto tu basta che do.. mercoledì da intelligente come vogliono quelli lì... nel dubbio da una parte vai su e dall’altra vai giù! Eh! Come fanno con gli altri! con gli altri cosa fanno? nel dubbio...se...se la Juventus stanno giù! Se...se è un’altra squadra vanno su».
Lo sfogo
E’ il 19 aprile del 2005, ore 9,52. L’assistente Copelli ha un rapporto molto stretto con Meani. Attaccato da Foschi, ds del Palermo, dopo la partita tra la Sampdoria e i rosanero, si sfoga con il tesserato del Milan. Il quale lo rincuora.
Meani: «...tu stai tranquillo! adesso ci penso io,... io appena passa la partita questa qui con il Chievo mercoledì, io parlo con Galliani, lui lo sa Galliani, gli dico: senta questo qui è un nostro uomo gli dico io, qui quel pirla del Palermo...». Lo stesso giorno Meani chiama Galliani, il quale ne approfitta per chiedergli se ha parlato con i designatori (in vista della partita con il Chievo). Meani lo tranquillizza, riferendo del fermo richiamo rivolto a Bergamo e Mazzei. Quindi avvisa Galliani che lo sta cercando Collina.
Il caso Ibra
La lunga vigilia dello scontro diretto tra Milan e Juve è agitata dalla squalifica di Ibrahimovic (tre turni per effetto della prova televisiva dopo Juve-Inter). Lo svedese a San Siro non ci sarà, la Juve ricorre inutilmente alla Disciplinare e quindi alla Caf. La revisione del provvedimento dipende dall’assistente Griselli, che secondo i bianconeri aveva visto l’azione incriminata. Griselli, al quale le indagini dei carabinieri attribuiscono un connotato di partigianeria juventina, non corregge il referto dell’arbitro De Santis. E’ 28 aprile 2005, ore 19,45. Meani chiama il designatore Bergamo, facendo trasparire il recente contatto tra il designatore e Galliani.
Meani: «Hai capito? E’ incazzato anche lui adesso». Lui, cioè Galliani. «Questo è il momento che non sono accettabili, forse andavano bene qualche anno fa, un po’ di anni fa». Alludendo ai sistemi di Moggi.
Bergamo: «Con me credimi trovano una porta non chiusa, chiusa ma chiusa a chiave, perché io avevo già capito dai giornali che stavano preparando tutta una cosa perché la disciplinare rivedesse il suo giudizio e questo poteva dipendere solo da Griselli»
Meani: «Eh capito? Griselli è di Livorno». Come Bergamo, sul quale il tesserato rossonero sospetta pressioni della Juve.
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Messaggio N° 634 25-05-2006 - 10:55
ECCO IL "SISTEMA GALLIANI-MEANI"
L’ultima informativa consegnata dai carabinieri del reparto operativo di Roma ai magistrati napoletani, svela nuovi retroscena sullo scandalo del calcio. E individua le pressioni,ma anche le minacce della dirigenza del Milan per ottenere designazioni favorevoli. Il telefono intercettato è quello di Meani, ma il presidente Adriano Galliani interviene più volte sulla scelta di «fischietti» e assistenti. Ora anche il Milan è a rischio retrocessione.
Anche il Milan avrebbe fatto pressioni per "pilotare" arbitri e, quindi, risultati. E' quanto emerge dalle trascrizioni di alcune intercettazioni telefoniche pubblicate dal Corriere della Sera ed ora al vaglio dei magistrati di Napoli. Eccone alcuni brevi stralci:
Il 19 aprile 2005 Meani telefona ad Adriano Galliani, «il quale ne approfitta per chiedergli se ha parlato con i designatori, ricevendo non solo risposta positiva dal Meani ma anche l’energico richiamo fatto sia a Bergamo che a Mazzei (designatore degli assistenti, ndr), tant’è che per il prossimo incontro con il Chievo è stato designato l’assistente Puglisi». Galliani sapeva dunque quale fosse la procedura per ottenere designazioni favorevoli. Del resto, quale fosse il tenore delle «pressioni» esercitate dai rossoneri, emerge proprio dalla trascrizione della conversazione tra lo stesso Meani e Mazzei dopo Siena-Milan del 17 aprile 2005 finita 2-1, nel corso della quale il dirigente milanista si lamenta del guardalinee Baglioni che aveva annullato un gol. «Che cazzo! Io questo proprio non lo voglio no! Non l’ho mai chiesto nè voluto! Questo è uno... oltretutto adesso mi dice di stare molto attenti eh! Di non sbagliare perché Galliani è furibondo! Quindi digli di stare molto attenti da qui alla fine del campionato... quindi anche mercoledì cercate di mandare due intelligenti... ». I due si parlano nuovamente dopo pochi minuti. Meani: «Adesso state attenti, state attenti perché è super velenoso, mandateci gente, perché ormai... mandateci anche a noi un po’ il Consolo della situazione, non è che lo mandi sempre a Torino... hai capito?». Mazzei: «Sì, no, no, no te lo mando, non è che... ci mancherebbe altro».
Meani si affidava al segretario della commissione arbitrale Manfredi Martino per cercare di ottenere le "giacchette" giuste. Due giorni prima di Milan-Chievo «Meani riceve un sms da Martino che gli comunica che l’arbitro sarà Paparesta e gli assistenti Puglisi e Gemignani». Puglisi appare per il dirigente rossonero un «uomo di fiducia»: era stato proprio lui, alla vigilia di Milan-Inter di Champions League ad affermare al telefono "l’importante è che noi riusciamo a fargli il culo a ’sti interisti". E infatti, dopo aver ricevuto l’sms Meani esulta. «Chiama l’assistente Babini —si legge nell’informativa — e con tono trionfante gli comunica che le sue lamentele (dopo Siena- Milan, ndr) hanno avuto l’effetto desiderato: "...dopo la purga arriva... arriva la medicina..." e alla richiesta di ulteriori precisazioni replica "...siccome si sono cagati addosso, allora mandiamogli i suoi amici"».
Il 27 aprile 2005 Galliani chiama Meani «per avvisarlo di riferire all’arbitro Paparesta "che il dossier è nelle mani del sottosegretario Gianni Letta", dopo che in proposito gli aveva specificato "che questa mattina mi ha chiamato, m’ha detto che conosce la vicenda che interverrà!". Il contenuto del dossier non è specificato. Ma nell’informativa c’è la telefonata fatta due minuti dopo da Meani e Paparesta «per informarlo di quanto Galliani gli aveva riferito». Dopodiché, Meani esterna le sue considerazione sull’attuale situazione del mondo arbitrale, "... e bisogna un po’ cambiare, bisogna un pochettino cambiare il vento però!"... Il dirigente milanista, infine, invita l’arbitro a contattare il presidente Galliani per ringraziarlo del suo interessamento per la vicenda che lo riguarda».