Juve-Vieira, è l'ora della verità
TORINO, 6 luglio 2005 - Quella di giovedì è la giornata decisiva per capire se la Juventus può prendere o meno Patrick Vieira. Da Londra infatti è attesa l’ultima valutazione che l’Arsenal dà del centrocampista francese. Ci sono già stati dei contatti, compreso un recente viaggio in Inghilterra di un rappresentante bianconero, ma non sono neanche mancate altre offerte: quella del Real Madrid, per esempio, che si è sentito rispondere no a 25 milioni di euro. La Juventus non può certo offrire di più, anzi si aspetta un sensibile sconto rispetto a quella cifra: non è disposta a spendere più di 20 milioni per il ventinovenne capitano della Francia, il cui contratto scade nel 2007, magari mettendoci dentro un giocatore.
Quello del centrocampista centrale è l’obiettivo primario per questo mercato. Un giocatore da affiancare a Emerson, un elemento che sia anche abile ad inserirsi. Vieira è stato indicato da Capello e Moggi sta cercando di accontentarlo anche quest’anno. In base alla richiesta dell’Arsenal, la Juve deciderà se chiudere oppure se ripiegare su un altro elemento. Ma subito dopo quella del centrocampista la Juventus ha un’altra necessità: cerca un terzino destro alternativo a Zebina, arrivato a parametro zero l’anno scorso dalla Roma. Anche stavolta Moggi punta a prendere un giocatore svincolato ed è stato individuato in Luis Miguel Brito Garcia Monteiro, il terzino in rotta con il Benfica. "Miguel ci interessa - conferma il direttore generale bianconero -, ma a patto che sia libero. Non ci vogliamo infilare in un casino come quello della Roma con Mexes, perché quando i giocatori vanno via in quella maniera poi finisce sempre che bisogna pagare".
Infatti Miguel in questi giorni insieme ai suoi rappresentanti, tra cui un famoso avvocato, sta facendo di tutto per dimostrare di essere svincolato dal Benfica. Inoltre lo scorso weekend è stato in Italia, come rivela il quotidiano portoghese A Bola, che spiega anche le ragioni tecniche dello strappo tra il giocatore e il club di Lisbona. Secondo A Bola scopo del viaggio di Miguel era la firma di un preaccordo. Il giornale restringe il campo alla Juventus e alla Fiorentina. Ma in base ad altre informazioni, la società di Della Valle non è più interessata. Rimarrebbe dunque solo la Juve, che invece segue il venticinquenne nazionale portoghese da almeno un anno.
Ci ha provato una prima volta dopo gli Europei, come ha raccontato lo stesso giocatore. Lo ha tenuto sotto osservazione e a gennaio ci ha riprovato. Poi, a metà giugno, avrebbe fatto un’offerta al Benfica di 7 milioni di euro, respinta. L’attrito fra il club e Miguel è cominciato infatti quando lui ha rifiutato la Dinamo Mosca, disposta a pagarlo 11 milioni. Quella era la cifra che speravano di incassare a Lisbona, anche perché c’è per certo almeno un’altra squadra interessata al ragazzo: il Valencia. La Juve si è ritirata (strategicamente?) e Miguel è andato all’attacco: lunedì non si è presentato al raduno della squadra. Ma già venerdì il suo avvocato Dias Ferreira aveva inviato un fax al Benfica avvertendolo che da quel giorno il suo assistito si considerava svincolato perché non ritiene valido il contratto prolungato nel 2003 fino al 2008: mancherebbe la firma del notaio.
I legali della società hanno risposto che invece è tutto in regola e il presidente Luis Filipe Vieira ha dato tutta la colpa ai rappresentanti del giocatore (oltre a Dias Ferreira, l’agente Fifa Paulo Barbosa e l’ex juventino Dimas), chiamandoli gangster, nella speranza di arrivare a un accordo direttamente col giocatore. Un accordo in questi termini: il Benfica è disposto a cederlo, ma senza rimetterci (3 milioni di euro?) e non in Portogallo. Il timore è che possa accordarsi col Porto. Miguel sembra aver accettato la mano tesa del presidente, perché martedì ha dichiarato alla tivù portoghese quanto segue: "Sono sempre stato fedele al Benfica, nonostante in questi anni non mi siano mancate le offerte. Ma da quando non hanno tenuto in considerazione la mia volontà (nel caso Dinamo Mosca, ndr) mi ritengo in diritto di agire secondo la mia coscienza. Ho già detto due volte alla società che me ne voglio andare, perché il calcio portoghese non mi motiva più. Perciò non giocherei in nessun’altra squadra del Paese. Voglio andare all’estero, non solo per i soldi. Ma sono tre anni che promettono di vendermi e non lo fanno mai". Forse questo è quello giusto.
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