Please tell me this doesn't say that Alex wants to join Tottenham...
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TENTAZIONE INGLESE: TRA LE MOLTE VOCI RIPRENDE FORZA QUELLA DEL TOTTENHAM
I tormenti di Alex
l’uomo scudetto
Un altro gol decisivo. E ora pensa all’addio
Marco Ansaldo
TORINO. L’anno scorso, il cammeo dello scudetto fu la sua rovesciata a San Siro. Ora Del Piero ha messo la firma sul gol del pareggio con la Fiorentina che ha stemperato l’idea di una crisi della Juve anche in campionato: sette punti rosicchiati dal Milan in due mesi (il 5 febbraio la differenza era 14), sono le stimmate della rimonta rossonera, tardiva se la Juve recupererà un passo accettabile e tornerà a vincere dopo tre pareggi consecutivi. Ancelotti rimpiange la scelta della settimana scorsa quando mandٍ in campo a Lecce il Milan2, quasi il 3, e perse un’occasione straordinaria per avvicinare i bianconeri, lui che da allenatore della Juve subى la più cocente delle rimonte, i nove punti recuperati dalla Lazio nell’anno del Giubileo.
Del Piero controlla la situazione. Ne ha viste tante in tredici anni, non puٍ stupirsi di nulla. Ma chi ha il permesso dalla Juve di parlargli (ce n’è ancora qualcuno, Moggi non possiede un bavaglio cosى grande) sostiene che Alex è ancora molto fiducioso e si prepara a festeggiare il settimo scudetto, forse l’ultimo della sua carriera italiana. Sono i giorni in cui le decisioni maturano. Moggi e Giraudo speravano di chiudere, prima di Pasqua, anche l’ultimo spiraglio alle ambizioni milaniste e di trovarsi in semifinale di Champions League. Fallito clamorosamente il secondo obiettivo, c’è da consolidare il primo: la matematica fissa in Juve-Lazio il primo match scudetto ma è probabile che si vada oltre e c’è da fare i conti con un ambiente di cui trapelano le prime crepe.
Si parla di una cessione di Camoranesi, è finito sotto osservazione anche Vieira, nonostante il risveglio nel finale della partita con i viola. Quando la condizione fisica si è appannata, la Juve è parsa più normale, ha strappato i risultati con la forza dell’orgoglio e non sempre è stata sufficiente. C’è in atto una riflessione. Si rivedranno anche i programmi di preparazione che portano le squadre di Capello a calare in primavera quando le Coppe entrano nel vivo.
Prima o poi ci si dovrà occupare anche di Del Piero, che è rimasto sullo sfondo. Alex è combattuto. La Juve gli prolungٍ il contratto in un momento difficile, questa è stata la sua casa fin da ragazzino e a Torino sta bene:
gli demoliranno presto anche il Delle Alpi, che non gli piace. Si sente una bandiera, i tifosi non perdono l’occasione per dirgli che lo è, come mercoledى sera mentre i bianconeri perdevano la qualificazione contro l’Arsenal. Solo i rapporti all’interno si sono modificati: se ne è andata la vecchia guardia cresciuta negli anni di Lippi, con i nuovi il feeling è più freddo. E poi c’è Capello. Non è bastato il saluto quasi amichevole che il tecnico gli ha riservato mentre usciva dalla partita con la Fiorentina, da salvatore della patria. Quando le cose torneranno normali, senza il filo d’ansia che ha legato un po’ tutti in questi giorni, Alex tornerà uno dei tanti.
Viaggiando verso i 32 anni puٍ pensare a un cambiamento nella vita che non sia solo quello di avere un figlio. «Ibrahimovic non lo vendo per niente al mondo, se fosse un campione di 31 o 32 anni valuterei le cose in modo diverso», ha dichiarato Moggi in un’intervista dieci giorni fa. Non si riferiva a Del Piero, perٍ l’identikit gli si addice. A gennaio Alex era motivato ad andarsene, gli piacerebbe provarsi in Inghilterra: a Londra parlano di contatti con il Tottenham e un paio di altri club, per sondare il terreno. Poi arrivٍ il record dei gol strappato a Boniperti, la sua immagine riprese forza, certe amarezze si sono attenuate e probabilmente era subentrata la speranza che, tra tante offerte, Capello ne scegliesse una per andare via. Ora Del Piero sa che il tecnico rimarrà, le frizioni resteranno intatte. E le voci di un finale in Inghilterra hanno una nuova consistenza. Il record dei 200 gol (gliene mancano 7, molti per le cinque partite che restano) e un ottavo scudetto non sembrano traguardi che lo possano fermare, se deciderà di andarsene.
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