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Del Piero: «Lo scudetto degli onesti? Mi sento offeso» (Gazzetta dello Sport)
Furia Del Piero: «Sono stufo di sentire certe cose, quel titolo non ce lo toglieranno mai».
Del Piero è tornato, abbronzatissimo. E'sbarcato ieri dagli Stati Uniti. «Con una serenità disarmante» — assicura — pronto a restituire alla Juve «gloria e orgoglio», convinto che l'Inter abbia sul petto uno scudetto altrui.
Del Piero, quanto è stato difficile decidere?
«Nella mia testa non era tutto ben chiaro, anche se la volontà di continuare era forte e l'ho dimostrato un anno fa, restando anche se avevo opinioni diverse dall'allenatore. Ascoltai il cuore. A Mondiale vinto, dopo i fatti degli ultimi tre mesi, ho capito che la Juve, come ha detto Nedved, ha bisogno di giocatori importanti, rappresentativi, per risalire. Lo meritano la famiglia Agnelli che mi ha sempre voluto bene, la tradizione della società, i tifosi che mi amano e i nuovi dirigenti, che sono diversi, e mi hanno fatto subito sentire al centro di un progetto importante. Dovevo restare».
Senza Calciopoli, Del Piero poteva andarsene?
«Assolutamente sì. Ho sempre vissuto il calcio con passione, amore, entusiasmo. Quando ho potuto realizzare queste condizioni alla Juve e ho sentito fiducia, non ho mai pensato di andar via. Gli ultimi due anni per me sono stati difficili. Dai primi contatti con la nuova dirigenza ho intuito però che posso tornare a giocare il calcio per come lo amo».
Tanti sono partiti, Tardelli dice: «Non chiamateli traditori».
«Rispetto le loro scelte. Capisco chi vuole inseguire una Champions che non ha mai vinto. O anche uno scudetto, visto che a Cannavaro e Zambrotta hanno tolto gli ultimi due... E' vero, io ho vinto tutto. Ma non creda che sia facile rinunciare a una lotta scudetto o alla vetrina di Champions. Ci tengo ancora parecchio. La mia è stata una scelta pesante, difficile. Molto».
Forse,da capitano, fa ancora in tempo a trattenere qualcuno: Camoranesi, Trezeguet...
«Non è il mio lavoro, non voglio interferire con la società. E poi non sono informatissimo, sono rimasto una settimana su un'isola senza telefono: splendido... Ma la rosa è ottima. Sono contento che rimangano Buffon e Nedved. Io non parto con amarezza. Il Mondiale mi ha lasciato una serenità disarmante, ha chiuso un cerchio, è stato il lieto fine del mio colossal, ma ora ne giro un altro. I tifosi devono avere la mia serenità e la mia fiducia».
Lo scudetto ora è sulle maglie dell'Inter. Cannavaro ha detto che lo considera roba sua.
«Giusto. Perché ce lo siamo meritati sul campo senza episodi scuri, tipo quel presunto rigore su Ronaldo. Sono stanco di sentir parlare dello scudetto degli onesti, sono giudizi che offendono noi giocatori che ci siamo fatti un mazzo così. Comunque al di là degli almanacchi, non li toglieranno mai dai miei muscoli e dal mio cuore».
Il presidente Cobolli Gigli spera ancora nel ripescaggio in A.
«Anche nel processo per doping cambiarono le verità nei nostri confronti. Allora dissi: "Ho fiducia nella giustizia", lo ribadisco. Ma vedo difformità di giudizio che per ora non mi spiego».
Restare alla Juve vuol dire anche restare con Pessotto.
«Non voglio passare per santo. Se sono andato a trovarlo di nascosto è perché me lo sentivo. Sarà bello lavorare con lui».
Con Pessotto in serie A.
«Prima. A metà stagione Gianluca sarà già con noi».
Totti sta decidendo se lasciare la Nazionale.
«Io non ci penso minimamente. La Nazionale mi ha dato una gioia immensa e mi ha sempre fatto giocare. Finché mi chiamano, vado. Il prossimo Europeo è un mio obiettivo».
Ha sentito Moggi?
«No. Ma l'ho visto sollevato di spirito. E umanamente mi fa piacere, prima era veramente a terra».
Moggi ha detto di aver chiamato molti campioni del mondo, non è strano che non abbia telefonato al capitano della Juve?
«Non serve una telefonata per confermarmi la sua stima».
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