javi_berti

Senior Member
May 1, 2005
995
Alright guys, before there are too many false reports about what marotta said in today's interview with tuttosport, i got you the whole thing. are there any people out there who want to help translating this? i can do some, but don't have the time to do it all.



Here you find the official, print version of Marotta's interview with Tuttosport from July, 1st 2011. (In Italian)


TORINO. Novanta minuti senza intervallo: Tutto¬sport da una parte, dall’altra Beppe Marotta (accom¬pagnato nella nostra redazione dal capo ufficio stampa della Juventus Luca Casassa). Una partita intensa e interessante, ma soprattutto giocata a tutto campo: dal mercato ai diritti tv e le questioni politiche pallonare che vedono l’amministratore delegato bianconero sempre molto attivo; dal progetto di Conte al problema delle cessioni, dall’aumento di capitale al piano industriale che dovrà amministrarne i fondi. E poi, soprattutto, il grande colpo, quello che lo stesso Marotta ha annunciato qualche mese fa e che ora sta inseguendo sul mercato. L’ad bianconero ci ha spiegato qual è la strategia e ha rassicurato i tifosi: il campione arriverà, magari non subito, perché non c’è fretta e, anzi, la Juventus ha una precisa strate¬gia per non farsi tirare il collo da chi vende e, in questo momento, vorrebbe approfittare della grande disponibilità economica bianconera. «Ma noi non vogliamo buttare via i soldi e quindi dobbiamo stare attenti », spiega Marotta che in questa lunga intervista illustra tutto quello che un appassionato deve sapere sulla lunga estate juventina.


Buongiorno Marotta, che bilancio trae dai suoi primi 13 mesi di Juventus?

«Ho capito quanto sia amata e quanto sia odiata questa società. Amata perché è un grande club, odiata perché è un club con una tradizione vincente e in Italia c’è da sempre la cultura dell’invidia: chi ha successo suscita invidia che a volte sfocia addirittura nell’odio ».


Sente il peso della responsabilità? I tifosi le chiedono di tornare a vincere e quindi un mercato al-l’altezza, soprattutto ora che ha a disposizione parecchi soldi.

«Le dinamiche di mercato della Juve e quelle di una provinciale non sono poi tanto diverse, diverse sono le aspettative. Tutti si aspettano che la Juventus salga sul podio del vincitore e questo è il peso maggiore. Quando ci penso mi viene quasi un timore reverenziale, ma ho anche la consapevolezza di potermi muovere con una società forte, e che ha messo a di¬sposizione della dirigenza i mezzi necessari»


Spieghi meglio la storia delle «dinamiche di mercato »: molti la criticano proprio perché dicono che lei agisce ancora come se fosse alla Samp...

«Voglio dire che la furbizia che devi avere per trattare un giocatore, è la stessa in Provincia e alla Juventus. Non c’è più la possibilità di trovare uno sprovveduto davanti a te. E non c’è più la squadra che può essere condizionata troppo dalla Juventus. Il calcio è sempre più business. Detto questo, quando rappresenti certi club come la Juventus in alcuni frangenti sei agevolato».


L’accusa più diffusa: Marotta ha portato alla Juve giocatori da provinciale.

«Probabilmente non è stato capito il piano strategico attuato con l’insediamento di Andrea Agnelli e del sottoscritto. Abbiamo sempre parlato di rinnovamento. Significa aver messo insieme un gruppo storico con giocatori nuovi, in un momento in cui la Juve era fuori dalla Champions League. Abbiamo agito per creare le basi: quantità lo scorso anno, qualità in questa sessione. Sapevamo, 12 mesi fa, di non avere preso star, ma neanche di aver fatto spese pazze. Il più pagato è stato Krasic: costo non eccessivo (15 mi¬lioni di euro, ndr) e già aumentato».


Lo scorso anno seguiste per tutta l’estate Dzeko e la trattativa ebbe un’appendice in gennaio. L’accordo con il giocatore venne presto raggiunto, ma non riusciste mai a trovarlo con il Wolfsburg. Puo spiegare ai tifosi perché devono essere fiduciosi su un epilogo diverso nel caso di Agüero, piuttosto che Tevez o Rossi?

«Il singolo componente è un valore aggiunto, ma non determinante per il risultato sportivo. Per esempio Pirlo non deve essere svalorizzato perché arrivato a parametro zero. Stiamo lavorando per alzare la qualità. E all’interno di questo lavoro c’è la ricerca di emozioni. Il calcio è anche è anche emozione, e noi vogliamo regalarle ai nostri tifosi».


Utile dissertazione, ma non ci ha risposto.

«Finirà diversamente da Dzeko perché quest’anno abbiamo una disponibilità economica diversa».


In ritiro con una rosa in evoluzione: pensa sia il caso di tornare al mercato che finiva con la par-tenza delle squadre per il precampionato?

«Io personalmente terrei il mercato sempre aperto. Sarebbe un modo per alleggerire le società da tensioni economiche».


Spieghi pure...

«Oggi, ad esempio, tutte le attenzioni tattiche sono rivolte su Marchisio. Magari fra qualche mese si scoprirà che incompatibili, in realtà, sono altri giocatori. Già, lo scorso anno dovevamo partire con Iaquinta e Amauri coppia titolare. Invece... Il mercato di gennaio è stato una salvezza: ci ha permesso di prestare Amauri al Parma, dove si è rivalutato».


Pensa di aver già vissuto il suo momento più brutto nella Juve?

«Ogni giorno di Juve è sempre bello e positivo. I momenti più cupi fanno parte del gioco. Sono consapevole dei rischi che comporta il mio lavoro. Qualche ri¬nuncia è naturale, la mia vita privata è condizionata »


Un anno di Juve: si sente più antipatico?

«Sì, adesso sono meno simpatico».


Il presidente più divertente?

«E’ difficile dirlo, l’assemblea di Lega è cambiata rispetto a 20 anni fa: c’è maggiore tensione».


Un pregio di Agnelli?

«E’ un dirigente che conosce le dinamiche sportive, abituato ad annusare lo spogliatoio».


Il gap dal Milan è colmabile col mercato?

«Loro hanno un impianto collaudato, ma noi dobbiamo essere competitivi per poter tornare a vincere».


Quando arriva il primo campione?

«I soldi vogliamo spenderli bene. Il tergiversare non è sinonimo di insicurezza, semmai è strategia. Bisogna inserirsi al momento giusto. Non c’è una scadenza. Abbiamo le idee chiare. Se ci “fregano” Agüero sarà solo in virtù di un’offerta economica fuori dalla nostra portata».


CLAUDIO MARCHISIO è una splendida mezz’ala per un centrocampo a tre. Ma nel 4- 2- 4 di Conte, vista la presenza di Pirlo, rischia di trovare poco spazio: vi siete posti il problema con il tecnico?

« Sì, con Conte ci siamo confrontati: il problema non sussiste. L’allenatore intende valorizzare al meglio Marchisio, che è un giocatore che apprezza. Poi, ovvio, le situazioni nel mondo del calcio cambiano in continuazione. Non vale soltanto per Marchisio, ma per tutti i giocatori della rosa. Per Claudio non parlerei di problemi, ma di logiche analisi » .


Capitolo portieri: chi parte? E chi resta?

« Saremmo contenti di poter proseguire con Buffon e Storari. Nel calcio di oggi, dove i portieri sono spesso a rischio espulsione e infortunio, siamo convinti che servano due uomini di grande livello e affidabilità. E’ chiaro che quest’anno, senza coppe, il discorso potrebbe essere un po’ diverso » .


Fra sei giorni scatta il ritiro. Al momento, a Bardonecchia, andreste con una rosa di 33 giocatori: come pensate di comportarvi per agevolare il lavoro di Conte?

« Qualcuno speriamo di sistemarlo prima della partenza, ma entro giovedì non sarà possibile riuscirci con tutti. I diretti interessati, ovvero quelli che con non rientrano nel progetto, andranno a Bardonecchia con la consapevolezza di potersene andare da un momento all’altro. E’ successo pure la scorsa estate con Del Neri. Se saranno numerosi, toccherà all’allenatore organizzare e dividere il lavoro nel modo più ottimale possibile » .


Le cessioni si stanno rivelando faticose, proprio come 12 mesi fa...

« La grande difficoltà sarà gestire il primo mese, dove bisogna far convivere il programma sportivo -che comincia il 7 luglio con il ritiro di Bardonecchia - con la finestra di mercato, che invece si concluderà a fine agosto. Conte allenerà anche giocatori che, con tutto il rispetto, non sono più con¬siderati parte del progetto. Non è una situazione idilliaca, ma sono messi così tutti i club » .


Tornando alle cessioni?

« Vendere è complicato, il mercato è ingessato. Taluni giocatori a cui vogliamo rinunciare hanno ingaggi elevati. Ripeto, è così per tutti. Abbiamo sotto gli occhi la miriade di compartecipazioni regalate la settimana scorsa: molte società pur di liberarsi di certi ingaggi hanno rinunciato ai car-tellini » .


Facciamo un passo indietro, all’ultimo campionato. Perché il Milan, lo scorso anno, ha vinto lo scudetto con tanti senatori in scadenza di contratto ( da Ambrosini, a Pirlo, a Seedorf, a Nesta...), mentre alla Juventus è andata come è andata?

« C’è stata differenza in termini di resa » .


Si è chiesto il perché?

« Posso dire che quando sono arrivato a Torino, ho trovato un ambiente ancora condizionato dai fatti del 2006 e da quello che è successo dopo. La resa di alcuni nostri elementi non è stata all’altezza del loro appeal. Iaquinta, ad esempio, è incappato in diversi infortuni, uno di seguito all’altro. Mentre Amauri ha reso meno di quello che ci aspettassimo. E’ un discorso che riguarda più elementi, non uno solo. Tornando alla domanda di partenza: il Milan aveva uno zoccolo duro che ha dato maggiori risultati. E quando le cose girano bene è più facile anche inserire e supportare un campione come Cassano, nei mesi precedenti in discussione per alcuni comportamenti col suo ex presidente. Noi di¬rigenti abbiamo a che fare con essere umani, non con oggetti. E ognuno di loro va analizzato, capito, seguito » .


Da Buffon e Chiellini si aspetta comportamenti da leader?

« Buffon e Chiellini sono già leader di questo gruppo. E quando dico che lo sono, è implicito il fatto che lo abbiano dimostrato con gli atteggiamenti » .


Qualche tifoso, la passata stagione, ha mal digerito certi sorrisi di Buffon e Chiellini dopo alcune sconfitte...

« Non si può assolutamente pensare a una mancanza di responsabilità. Parliamo di grandissimi professionisti » .


Però?

« L’animus pugnandi è un concetto che va rispolverato. Sì, bisogna ritrovare quell’arroganza sportiva tanto cara alla Juventus vincente del passato » .


I nuovi contratti, con bonus a rendimento, do¬vrebbero darvi una mano.

« Il costo del lavoro nel calcio è sproporzionato. Ecco perché uno dei nostri obiettivi è proprio quello di coinvolgere i giocatori nel rischio d’impresa: se vinci guadagni, se perdi no. Anzi, se non vinci mi restituisci pure parte dei soldi. Sì, più o meno il modello vincente che in passato utilizzava Boniperti »
 

javi_berti

Senior Member
May 1, 2005
995
Second part of today's Tuttosport interview with Marotta.


LA PIANIFICAZIONE

MAROTTA avete un piano quinquennale: significa che le risorse dell’aumento di capitale vanno divise per cinque parti uguali?

« No. Il piano che è stato redatto dal management e presentato in Consiglio d’amministrazione non prevede una divisione matematica. Decideremo in base alle esigenze e distribuiremo i soldi in modo da rispettare il bilancio, ma soprattutto l’esigenza di tornare presto a vincere, cosa che, per altro, farebbe aumentare gli introiti » .


Quanto vi sta preoccupando il problema della battaglia sui diritti tv?

« Ovviamente molto. Anche perché il nostro potere è diminuito. Nel 2003 il fatturato della Juventus era tra le prime tre società di calcio d’Europa con 200 milioni. Noi siamo sostanzialmente rimasti sulla stessa cifra mentre Manchester United, Bayern Monaco e Real Madrid hanno raddoppiato il volume d’affari. Il gap tra i grandi club italiani e quelli delle altre nazioni sta aumentando, anche a causa di una distribuzione dei diritti tv che con l’introduzione della legge Melandri si sono fatti aumentare gli introiti dei club più piccoli » .


Sono solo i diritti tv a segnare la differenza fra i fatturati inglesi e spagnoli con quelli italiani?

« No, sono molti i fattori. Per esempio c’è quello commerciale. Perché ci confrontiamo con un atteggiamento culturale diverso da parte dei tifosi. In Inghilterra comprare la maglia ufficiale del club è un atto diffusissimo e viene compiuto con la piena consapevolezza di supportare economicamente la squadra per cui si fa il tifo. In Italia vince il tarocco... Ma non solo. All’estero anche lo stadio viene vissuto in una sua molteplicità che qui in Italia è ancora sconosciuta. Da noi la presenza allo stadio dura poco più di 90 minuti. All’estero si può pranzare in vari modi e sempre piuttosto comodamente, si può visitare il museo, acquistare materiale nei negozi del club e vivere un dopo partita altrettanto coinvolgente, magari con la presenza di alcuni giocatori » .


Ma sull’attuale querelle dei diritti tv riuscirete a vincere?

« Lo speriamo con tutte le forze. Dobbiamo farcela! » .


L’ormai prossima inaugurazione del nuovo stadio vi rende fiduciosi per il futuro?

« Assolutamente. Siamo pienamente convinti che lo stadio rappresenterà un asset fondamentale per far crescere un modello vincente di club in cui l’impianto da una parte genera ricavi e dall’altra fa lievitare la fidelizzazione e lo spirito d’appartenenza. Del resto abbiamo già cominciato all’Olimpico a far vivere la partita nel post gara in maniera più ricca agli Juventus club grazie a forme di intrattenimento anche con i campioni » .

La campagna abbonamenti sta dando grandi soddisfazioni. Siete contenti per come è partita l’ade-sione dei tifosi.

« Non potevamo sperare in un inizio migliore. Da parte nostra c’è una grandissima soddisfazione per i primi numeri. Però non siamo sorpresi anche perché come numero di tifosi rimaniamo i numeri uno in Italia. Del resto avere la possibilità di garantirsi un posto nello stadio di proprietà, il primo in Italia, della squadra del cuore è una grandissima opportunità » .


Da parte della Juventus c’è grande attenzione al top player e alla necessitàvolontà di innalzare la qualità dell’organico da mettere a disposizione di Conte. Ma per quanto riguarda il settore giovani-le?

« Il settore giovanile è uno dei comparti che intendiamo seguire con grande intenzione e per il quale sarà dedicata una importante quota delle risorse a nostra disposizione. E’ intenzione della Juventus riportare il settore giovanile ai livelli di un tempo. L’obiettivo è ovviamente quello di generare elementi che possano essere utili alla prima squadra come è successo con Marchisio e De Ceglie » .
 

Suns

Release clause?
May 22, 2009
22,110
So what is going on here? Is this man even capable of sealing a wanted WC player? We won't get Tevez or Sanchez and if he can't bring Aguero over, then what the fuck do we get left with?

Do I see yet another classic Marotta mercato on the horizon?
 

.zero

★ ★ ★
Aug 8, 2006
83,499
So what is going on here? Is this man even capable of sealing a wanted WC player? We won't get Tevez or Sanchez and if he can't bring Aguero over, then what the fuck do we get left with?

Do I see yet another classic Marotta mercato on the horizon?
On the horizon? We're in the eye of the storm!
 

Fint

Senior Member
Aug 13, 2010
19,354
So what is going on here? Is this man even capable of sealing a wanted WC player? We won't get Tevez or Sanchez and if he can't bring Aguero over, then what the fuck do we get left with?

Do I see yet another classic Marotta mercato on the horizon?
should have left the WC as ''Toilet'' :D
 

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