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Vidal: "Champions, sarai mia"
"La vinco qui, altro che Bayern! Inter, non abbiamo ancora dimenticato la sconfitta dello Stadium. Questa sfida mi affascinava fin da bambino in Cile, quando la guardavo in tv. Nel 2011 mi voleva anche l’Inter: scelsi la Juve senza alcun dubbio. Il rinnovo? Manca solo la firma: a Torino mi sento a casa mia, non mi voglio muovere. Che faccio se Conte va al Real Madrid e mi chiama con sé? Gli dico: resta tu alla Juve e la guerra continuiamo a farla assieme in bianconero"
VINOVO (Torino), 13 settembre 2013 - Arturo Vidal, pronti per l’Inter? Molti ritengono che la squadra nerazzurra sia paragonabile alla Juventus di due anni fa.
«Mah, non lo so. E’ vero che c’è un nuovo allenatore, c’è una nuova idea di gioco, ci sono bravi giocatori. Ma sinceramente non so se possa davvero fare come la mia Juventus. Anzi, spero proprio di no».
Cosa la preoccupa dei nerazzurri?
«Il fatto che hanno giocato due ottime partite in questo inizio di campionato, vincendole grazie al bel calcio. Ripeto, hanno giocatori davvero bravi».
Tra questi Guarin, un Vidal nerazzurro.
«Beh, sì, giusto. Lui gioca all’Inter nello stesso modo in cui io gioco alla Juventus. Il ruolo è simile. Mi piace molto, è fortissimo. Un campione in grado di fare la differenza».
Vedremo scintille tra voi?
(ride) «Certo, questo è sicuro!».
Guarin è il classico giocatore che “se potessi, lo toglierei agli avversari”?
«Sì, senza dubbio. Potendo, all’Inter toglierei lui e Palacio, un altro giocatore fortissimo».
Sarà un derby d’Italia molto sudamericano. Lo vivrà anche come si vive una sfida tra Cile e Argentina?
«No, lo vivrò come Inter-Juventus, basta. Già così ci sono motivazioni da vendere. Le partite contro i nerazzurri sono sempre difficili, basta ripensare all’anno scorso. Sono venuti a batterci allo Juventus Stadium. Poi ci siamo rifatti, al ritorno, ma ancora adesso abbiamo voglia di rimettere le cose a posto... Quella sconfitta dello scorso anno non l’abbiamo ancora dimenticata. E poi Juve-Inter è una di quelle partite che ti rapiscono fin da quando sei bambino: in Cile si “fermava tutto”. Prima Zamorano, poi Salas: le ricordo quelle partite. Le guardavo in tv».
E ora c’è Vidal. Adesso è lei l’ambasciatore della Juventus in Cile.
«Sì, ma in realtà della Juventus si parla sempre e comunque: ora che ha vinto due scudetti di fila, poi, se ne parla tutti i giorni».
E’ anche per questo che l’ha scelta, no? Eppure la voleva anche l’Inter, dicono. E’ corretto?
«E’ corretto, sì. Il mio procuratore mi ha detto che c’erano tanti club interessati a me, tra cui appunto l’Inter. Ma non appena ho sentito che c’era la possibilità di giocare nella Juventus, ho subito detto che avrebbe dovuto essere quella la mia nuova destinazione».
Eppure la Juventus che ha scelto lei era in difficoltà, non era facile immaginare che avrebbe centrato certi obiettivi così in fretta.
«Forse è vero che la stagione precedente non era andata bene, ma in quell’estate sono stati acquistati campioni come Pirlo e altri. Più i campioni che in rosa già c’erano. Ho capito subito che si potevano fare grandi cose e che il progetto era ambizioso».
E quindi questa estate non le è mai capitato di rimuginare sul fatto che se non avesse rifiutato il Bayern, ora sarebbe campione d’Europa?
«Nessun rimpianto, mai. Perché sono venuto a Torino convinto di far bene e penso che la Champions, io, la posso vincere qui con la Juventus. Non so se ora o più avanti, ma qua con la Juventus. E’ questo il sogno che ho nella testa».
I tifosi possono stare tranquilli, insomma. Ma la firma sul nuovo contratto quando arriverà?
(sorride) «Non lo so, questo dovete chiederlo a Marotta. Ma io sono tranquillo. Non ho nessuna intenzione di andare via. Qua sono felice, la Juventus è la mia casa. I tifosi italiani sono caldi come piace a me, focosi come la gente del Cile. E pure mia moglie e i miei figli si sentono a casa e non vogliono spostarsi».
Conte dice sempre che, se dovesse andare in guerra, si porterebbe appresso Vidal. Se, prima o poi, venisse a dirle: “Vado al Real, vieni con me”, lei cosa farebbe?
«Beh... Se Conte mi dicesse così, gli direi: mister, resta tu, così la guerra continuiamo a farla qua!».
Quando è arrivato alla Juventus lei non era considerato un top player. Ora lo è diventato. Cos’è cambiato in questi due anni?
«Beh, sono cambiato io... Sono migliorato grazie alla squadra, i compagni, e grazie al mister che mi ha fatto vedere il calcio in un modo diverso. Non solo tatticamente, ma in tutti i sensi. L’approccio, la professionalità. Lui è maniacale in tutto».
Ultimamente sembra aver rimesso a posto anche il suo rapporto con la Nazionale. Alcuni problemi, qualche tempo fa, li ha avuti. Ma come è possibile? Sembrava un altro giocatore.
«Ma in Nazionale è più difficile: ti alleni appena per tre, quattro giorni prima della partita con giocatori che vedi una volta ogni due mesi. Oltretutto io giocavo in tanti ruoli diversi, ruotavo molto. Alla Juventus invece è diverso: ti alleni tutti i giorni, analizzi gli avversari, li studi. Eppoi, vabbè, anche io avrò avuto le mie colpe. Comunque in bianconero sono cresciuto tanto, anche questo mi ha aiutato».
E’ cresciuto al punto che ormai i tifosi, e non solo, la ritengono un leader della squadra. Se ne è reso conto?
«Non è facile diventare un leader dopo soli due anni in una squadra così forte. Ma se la gente mi dimostra questo, quando sono in campo o anche fuori, beh, non posso che esserne orgoglioso».
Lei ha detto che sogna di vincere la Champions con la Juventus. Pensa che, con l’arrivo di Tevez, sia più facile ambire ai grandi traguardi?
«Sì, gliel’ho anche detto appena è arrivato: “Con te questa squadra sarà più forte degli anni scorsi, può fare ancora meglio”. Non mi ha per niente stupito il fatto che abbia subito segnato gol importanti in tutte e tre le partite che abbiamo giocato. E’ un ragazzo intelligente, ne capisce eccome di calcio».
“Fare ancora meglio”, dice. Significa semifinali o finale in Champions League...
«Sì, giusto. Puntiamo a quello: a migliorarci».
Llorente non è ancora al top.
«E’ solo questione di tempo, vedrete. E’ difficile inserirsi in questa squadra, ci sono tantissimi movimenti da imparare».
Un giudizio su Pogba. L’ha stupita?
«No, si è visto fin dall’inizio che si trattava di un campione. Può diventare uno dei più forti centrocampisti al mondo».
Ma è più forte questo Pogba del Vidal ventenne? O anche lei era così alla stessa età?
«Mmm... Non lo so. Anzi, lo so: io non ero così a quell’età. Lui gioca nella Juventus e viene dallo United, io stavo al Leverkusen...».
Cento milioni per Bale: cosa ne pensa?
«Penso che sono tanti soldi. Il procuratore ha fatto un buon lavoro».
Ultima curiosità, legata ai suoi molti tatuaggi. Quando è arrivato non ne aveva così tanti...
«No, anzi. La maggior parte li ho fatti qua. Di sicuro non avevo i due con lo scudetto e con le tre stelle. Spero di farne ancora tanti!».
"La vinco qui, altro che Bayern! Inter, non abbiamo ancora dimenticato la sconfitta dello Stadium. Questa sfida mi affascinava fin da bambino in Cile, quando la guardavo in tv. Nel 2011 mi voleva anche l’Inter: scelsi la Juve senza alcun dubbio. Il rinnovo? Manca solo la firma: a Torino mi sento a casa mia, non mi voglio muovere. Che faccio se Conte va al Real Madrid e mi chiama con sé? Gli dico: resta tu alla Juve e la guerra continuiamo a farla assieme in bianconero"
VINOVO (Torino), 13 settembre 2013 - Arturo Vidal, pronti per l’Inter? Molti ritengono che la squadra nerazzurra sia paragonabile alla Juventus di due anni fa.
«Mah, non lo so. E’ vero che c’è un nuovo allenatore, c’è una nuova idea di gioco, ci sono bravi giocatori. Ma sinceramente non so se possa davvero fare come la mia Juventus. Anzi, spero proprio di no».
Cosa la preoccupa dei nerazzurri?
«Il fatto che hanno giocato due ottime partite in questo inizio di campionato, vincendole grazie al bel calcio. Ripeto, hanno giocatori davvero bravi».
Tra questi Guarin, un Vidal nerazzurro.
«Beh, sì, giusto. Lui gioca all’Inter nello stesso modo in cui io gioco alla Juventus. Il ruolo è simile. Mi piace molto, è fortissimo. Un campione in grado di fare la differenza».
Vedremo scintille tra voi?
(ride) «Certo, questo è sicuro!».
Guarin è il classico giocatore che “se potessi, lo toglierei agli avversari”?
«Sì, senza dubbio. Potendo, all’Inter toglierei lui e Palacio, un altro giocatore fortissimo».
Sarà un derby d’Italia molto sudamericano. Lo vivrà anche come si vive una sfida tra Cile e Argentina?
«No, lo vivrò come Inter-Juventus, basta. Già così ci sono motivazioni da vendere. Le partite contro i nerazzurri sono sempre difficili, basta ripensare all’anno scorso. Sono venuti a batterci allo Juventus Stadium. Poi ci siamo rifatti, al ritorno, ma ancora adesso abbiamo voglia di rimettere le cose a posto... Quella sconfitta dello scorso anno non l’abbiamo ancora dimenticata. E poi Juve-Inter è una di quelle partite che ti rapiscono fin da quando sei bambino: in Cile si “fermava tutto”. Prima Zamorano, poi Salas: le ricordo quelle partite. Le guardavo in tv».
E ora c’è Vidal. Adesso è lei l’ambasciatore della Juventus in Cile.
«Sì, ma in realtà della Juventus si parla sempre e comunque: ora che ha vinto due scudetti di fila, poi, se ne parla tutti i giorni».
E’ anche per questo che l’ha scelta, no? Eppure la voleva anche l’Inter, dicono. E’ corretto?
«E’ corretto, sì. Il mio procuratore mi ha detto che c’erano tanti club interessati a me, tra cui appunto l’Inter. Ma non appena ho sentito che c’era la possibilità di giocare nella Juventus, ho subito detto che avrebbe dovuto essere quella la mia nuova destinazione».
Eppure la Juventus che ha scelto lei era in difficoltà, non era facile immaginare che avrebbe centrato certi obiettivi così in fretta.
«Forse è vero che la stagione precedente non era andata bene, ma in quell’estate sono stati acquistati campioni come Pirlo e altri. Più i campioni che in rosa già c’erano. Ho capito subito che si potevano fare grandi cose e che il progetto era ambizioso».
E quindi questa estate non le è mai capitato di rimuginare sul fatto che se non avesse rifiutato il Bayern, ora sarebbe campione d’Europa?
«Nessun rimpianto, mai. Perché sono venuto a Torino convinto di far bene e penso che la Champions, io, la posso vincere qui con la Juventus. Non so se ora o più avanti, ma qua con la Juventus. E’ questo il sogno che ho nella testa».
I tifosi possono stare tranquilli, insomma. Ma la firma sul nuovo contratto quando arriverà?
(sorride) «Non lo so, questo dovete chiederlo a Marotta. Ma io sono tranquillo. Non ho nessuna intenzione di andare via. Qua sono felice, la Juventus è la mia casa. I tifosi italiani sono caldi come piace a me, focosi come la gente del Cile. E pure mia moglie e i miei figli si sentono a casa e non vogliono spostarsi».
Conte dice sempre che, se dovesse andare in guerra, si porterebbe appresso Vidal. Se, prima o poi, venisse a dirle: “Vado al Real, vieni con me”, lei cosa farebbe?
«Beh... Se Conte mi dicesse così, gli direi: mister, resta tu, così la guerra continuiamo a farla qua!».
Quando è arrivato alla Juventus lei non era considerato un top player. Ora lo è diventato. Cos’è cambiato in questi due anni?
«Beh, sono cambiato io... Sono migliorato grazie alla squadra, i compagni, e grazie al mister che mi ha fatto vedere il calcio in un modo diverso. Non solo tatticamente, ma in tutti i sensi. L’approccio, la professionalità. Lui è maniacale in tutto».
Ultimamente sembra aver rimesso a posto anche il suo rapporto con la Nazionale. Alcuni problemi, qualche tempo fa, li ha avuti. Ma come è possibile? Sembrava un altro giocatore.
«Ma in Nazionale è più difficile: ti alleni appena per tre, quattro giorni prima della partita con giocatori che vedi una volta ogni due mesi. Oltretutto io giocavo in tanti ruoli diversi, ruotavo molto. Alla Juventus invece è diverso: ti alleni tutti i giorni, analizzi gli avversari, li studi. Eppoi, vabbè, anche io avrò avuto le mie colpe. Comunque in bianconero sono cresciuto tanto, anche questo mi ha aiutato».
E’ cresciuto al punto che ormai i tifosi, e non solo, la ritengono un leader della squadra. Se ne è reso conto?
«Non è facile diventare un leader dopo soli due anni in una squadra così forte. Ma se la gente mi dimostra questo, quando sono in campo o anche fuori, beh, non posso che esserne orgoglioso».
Lei ha detto che sogna di vincere la Champions con la Juventus. Pensa che, con l’arrivo di Tevez, sia più facile ambire ai grandi traguardi?
«Sì, gliel’ho anche detto appena è arrivato: “Con te questa squadra sarà più forte degli anni scorsi, può fare ancora meglio”. Non mi ha per niente stupito il fatto che abbia subito segnato gol importanti in tutte e tre le partite che abbiamo giocato. E’ un ragazzo intelligente, ne capisce eccome di calcio».
“Fare ancora meglio”, dice. Significa semifinali o finale in Champions League...
«Sì, giusto. Puntiamo a quello: a migliorarci».
Llorente non è ancora al top.
«E’ solo questione di tempo, vedrete. E’ difficile inserirsi in questa squadra, ci sono tantissimi movimenti da imparare».
Un giudizio su Pogba. L’ha stupita?
«No, si è visto fin dall’inizio che si trattava di un campione. Può diventare uno dei più forti centrocampisti al mondo».
Ma è più forte questo Pogba del Vidal ventenne? O anche lei era così alla stessa età?
«Mmm... Non lo so. Anzi, lo so: io non ero così a quell’età. Lui gioca nella Juventus e viene dallo United, io stavo al Leverkusen...».
Cento milioni per Bale: cosa ne pensa?
«Penso che sono tanti soldi. Il procuratore ha fatto un buon lavoro».
Ultima curiosità, legata ai suoi molti tatuaggi. Quando è arrivato non ne aveva così tanti...
«No, anzi. La maggior parte li ho fatti qua. Di sicuro non avevo i due con lo scudetto e con le tre stelle. Spero di farne ancora tanti!».
