Racism fine again!! (6 Viewers)

Fint

Senior Member
Aug 13, 2010
19,354
I didn't say you were barbaric, i don't even know you. I said your country has a barbaric past. At least other colonial powers left something of use to their colonies, the French left their judicial system and taught their language to their colonies, the English left a very good administrative system in their colonies, the Italians did nothing but kill, rape and plunder.
The Swedes gave us Ikea at least

:snoop:
 

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chrisss91ita

Junior Member
Jan 20, 2012
286
I didn't say you were barbaric, i don't even know you. I said your country has a barbaric past. At least other colonial powers left something of use to their colonies, the French left their judicial system and taught their language to their colonies, the English left a very good administrative system in their colonies, the Italians did nothing but kill, rape and plunder.
but you're English? it seems you are drunk

You know nothing of Italian history, stop watch juve videos on youtube and open the books that are more important

This is another provocation (falsity), so stop now
 

Fred

Senior Member
Oct 2, 2003
41,113
Your country formally apologized for its crimes in Libya, so don't even try to spin your shameful colonization of Libya.
 

Nzoric

Grazie Mirko
Jan 16, 2011
37,761
Italians with their oversized ego's even though they have scarcely done anything relevant since the Roman empire. :touched:

---------- Post added 27.02.2012 at 23:19 ----------

was missing at the call the HIPO's idiot...
Despite all my understanding for broken English this one is simply beyond me. Do we have a moron translator present?
 
Jul 1, 2010
26,336
Italians with their oversized ego's even though they have scarcely done anything relevant since the Roman empire. :touched:

---------- Post added 27.02.2012 at 23:19 ----------



Despite all my understanding for broken English this one is simply beyond me. Do we have a moron translator present?
That's absolutely not the case. Please consider the Italian Renaissance and Baroque periods before making such statements.
 

chrisss91ita

Junior Member
Jan 20, 2012
286
ecco perchè:

Il Regno d'Italia dopo la prima guerra mondiale avviò una colonizzazione che ebbe il culmine, sotto l'impulso di Mussolini, soprattutto verso la metà degli anni trenta con un afflusso di coloni provenienti in particolare da Veneto, Sicilia, Calabria e Basilicata. Nel 1939 gli italiani erano il 13% della popolazione, concentrati nella costa intorno a Tripoli e Bengasi (dove erano rispettivamente il 37% ed il 31% della popolazione).

Con gli Italiani si ebbe un incremento del cattolicesimo in Libia, grazie anche alla creazione di numerose chiese e missioni. Al Vicariato apostolico di Tripoli del vescovo Camillo Vittorino Facchinetti nel 1940 era assegnato circa un quarto del totale della popolazione della Libia italiana (includendo i coloni italiani).
Rovine del teatro romano di Sabratha, vicino a Tripoli, ristrutturato durante il Fascismo

In Libia gli italiani costruirono in circa trent'anni (1912-1940) infrastrutture degne di nota (strade, ponti, ferrovie, ospedali, porti, edifici, e altro ancora) e l'economia libica ne ricevette benefici effetti. Numerosi contadini italiani resero coltivabili terreni semidesertici, specie nell'area di Cirene.

Anche l'archeologia fiorì: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte ed indicate come simbolo del diritto italiano a possedere la Libia già romana. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana.[6]

Nel 1938 il governatore Italo Balbo portò 20.000 coloni italiani in Libia e fondò per loro ventisei nuovi villaggi, principalmente in Cirenaica.[7] Inoltre cercò di assimilare i musulmani libici con una politica amichevole, fondando nel 1939 dieci villaggi per gli Arabi e i Berberi libici: "El Fager" (al-Fajr, "Alba"), "Nahima" (Deliziosa), "Azizia" ('Aziziyya, "Meravigliosa"), "Nahiba" (Risorta), "Mansura" (Vittoriosa), "Chadra" (khadra, "Verde"), "Zahara" (Zahra, "Fiorita"), "Gedida" (Jadida, "Nuova"), "Mamhura" (Fiorente), "Beida" (al-Bayda', "La Bianca").[8].

Tutti questi villaggi avevano la loro moschea, scuola, centro sociale (con ginnasio e cinema) ed un piccolo ospedale, rappresentando una novità assoluta per il mondo arabo del Nord Africa.
Dopo l' eventuale vittoria contro gli Alleati, la Libia doveva essere parte del progetto fascista di una Grande Italia nella sua sezione costiera (arancione), mentre l'interno sahariano doveva fare parte dell'Impero Italiano (verde)

Anche il Turismo venne curato con la istituzione dell'ETAL, Ente turistico alberghiero della Libia, il quale gestiva alberghi, linee di autobus di gran turismo, spettacoli teatrali e musicali nel teatro romano di Sabratha, il Gran Premio automobilistico della Mellaha (detto internazionalmente "Tripoli Grand Prix" e disputato dal 1925 al 1940), una località entro le oasi tripoline ed altre iniziative.

All'inizio della seconda guerra mondiale vi erano circa 120.000 Italiani in Libia, ma Balbo aveva in progetto di raggiungere il mezzo milione di coloni italiani negli anni sessanta.[9] Del resto Tripoli aveva già nel 1939 una popolazione di 111.124 abitanti, dei quali 41.304 (37%) erano italiani. Italo Balbo nel 1940 aveva costruito 4.000 km di nuove strade (la più nota era la Via Balbia col suo nome, che andava lungo la costa da Tripoli a Tobruk); analoga crescita invece non ebbero le ferrovie, la cui rete raggiunse la massima espansione (circa 400 km) nel 1926, a parte alcuni tentativi effettuati tra il 1941 e il 1942, poco prima della perdita della colonia[10].

A partire dal 1937, il governo italiano aveva avviato un processo di integrazione completa della Libia nel Regno: la Libia si avviava infatti a trasformarsi da colonia a regione geografica italiana parificata alle altre. Questo processo iniziò con la proclamazione delle 4 province di Tripoli (TL), Bengasi (BE), Misurata (MU), Derna (DE). La parte meridionale della Libia (territorio del deserto, con capoluoghi Murzuch e El Giof) fu invece organizzato come distretto autonomo gestito direttamente dal Governo centrale. Anche la cittadinanza fu parzialmente equiparata a quella delle Province europee del Regno.

Il 9 di gennaio del 1939 la colonia della Libia fu incorporata nel territorio metropolitano del Regno d'Italia e conseguentemente considerata parte della Grande Italia, col nome di Quarta Sponda e tutti i loro abitanti ottennero la cittadinanza italiana.


e la fonte è wikipedia, che è antifascista


capisco l'astio perchè la colonizzazione non è giusta, ma sembra sempre che gli altri sono santi e gli unici stronzi siamo noi italiani. vadano tutti a fare in culo
 
Jul 1, 2010
26,336
ecco perchè:

Il Regno d'Italia dopo la prima guerra mondiale avviò una colonizzazione che ebbe il culmine, sotto l'impulso di Mussolini, soprattutto verso la metà degli anni trenta con un afflusso di coloni provenienti in particolare da Veneto, Sicilia, Calabria e Basilicata. Nel 1939 gli italiani erano il 13% della popolazione, concentrati nella costa intorno a Tripoli e Bengasi (dove erano rispettivamente il 37% ed il 31% della popolazione).

Con gli Italiani si ebbe un incremento del cattolicesimo in Libia, grazie anche alla creazione di numerose chiese e missioni. Al Vicariato apostolico di Tripoli del vescovo Camillo Vittorino Facchinetti nel 1940 era assegnato circa un quarto del totale della popolazione della Libia italiana (includendo i coloni italiani).
Rovine del teatro romano di Sabratha, vicino a Tripoli, ristrutturato durante il Fascismo

In Libia gli italiani costruirono in circa trent'anni (1912-1940) infrastrutture degne di nota (strade, ponti, ferrovie, ospedali, porti, edifici, e altro ancora) e l'economia libica ne ricevette benefici effetti. Numerosi contadini italiani resero coltivabili terreni semidesertici, specie nell'area di Cirene.

Anche l'archeologia fiorì: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte ed indicate come simbolo del diritto italiano a possedere la Libia già romana. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana.[6]

Nel 1938 il governatore Italo Balbo portò 20.000 coloni italiani in Libia e fondò per loro ventisei nuovi villaggi, principalmente in Cirenaica.[7] Inoltre cercò di assimilare i musulmani libici con una politica amichevole, fondando nel 1939 dieci villaggi per gli Arabi e i Berberi libici: "El Fager" (al-Fajr, "Alba"), "Nahima" (Deliziosa), "Azizia" ('Aziziyya, "Meravigliosa"), "Nahiba" (Risorta), "Mansura" (Vittoriosa), "Chadra" (khadra, "Verde"), "Zahara" (Zahra, "Fiorita"), "Gedida" (Jadida, "Nuova"), "Mamhura" (Fiorente), "Beida" (al-Bayda', "La Bianca").[8].

Tutti questi villaggi avevano la loro moschea, scuola, centro sociale (con ginnasio e cinema) ed un piccolo ospedale, rappresentando una novità assoluta per il mondo arabo del Nord Africa.
Dopo l' eventuale vittoria contro gli Alleati, la Libia doveva essere parte del progetto fascista di una Grande Italia nella sua sezione costiera (arancione), mentre l'interno sahariano doveva fare parte dell'Impero Italiano (verde)

Anche il Turismo venne curato con la istituzione dell'ETAL, Ente turistico alberghiero della Libia, il quale gestiva alberghi, linee di autobus di gran turismo, spettacoli teatrali e musicali nel teatro romano di Sabratha, il Gran Premio automobilistico della Mellaha (detto internazionalmente "Tripoli Grand Prix" e disputato dal 1925 al 1940), una località entro le oasi tripoline ed altre iniziative.

All'inizio della seconda guerra mondiale vi erano circa 120.000 Italiani in Libia, ma Balbo aveva in progetto di raggiungere il mezzo milione di coloni italiani negli anni sessanta.[9] Del resto Tripoli aveva già nel 1939 una popolazione di 111.124 abitanti, dei quali 41.304 (37%) erano italiani. Italo Balbo nel 1940 aveva costruito 4.000 km di nuove strade (la più nota era la Via Balbia col suo nome, che andava lungo la costa da Tripoli a Tobruk); analoga crescita invece non ebbero le ferrovie, la cui rete raggiunse la massima espansione (circa 400 km) nel 1926, a parte alcuni tentativi effettuati tra il 1941 e il 1942, poco prima della perdita della colonia[10].

A partire dal 1937, il governo italiano aveva avviato un processo di integrazione completa della Libia nel Regno: la Libia si avviava infatti a trasformarsi da colonia a regione geografica italiana parificata alle altre. Questo processo iniziò con la proclamazione delle 4 province di Tripoli (TL), Bengasi (BE), Misurata (MU), Derna (DE). La parte meridionale della Libia (territorio del deserto, con capoluoghi Murzuch e El Giof) fu invece organizzato come distretto autonomo gestito direttamente dal Governo centrale. Anche la cittadinanza fu parzialmente equiparata a quella delle Province europee del Regno.

Il 9 di gennaio del 1939 la colonia della Libia fu incorporata nel territorio metropolitano del Regno d'Italia e conseguentemente considerata parte della Grande Italia, col nome di Quarta Sponda e tutti i loro abitanti ottennero la cittadinanza italiana.


e la fonte è wikipedia, che è antifascista


capisco l'astio perchè la colonizzazione non è giusta, ma sembra sempre che gli altri sono santi e gli unici stronzi siamo noi italiani. vadano tutti a fare in culo
Io capisco quello que vuoi dire ma credo que debba stare più diplomatico. Non hai bisogno d'insultare.
 

chrisss91ita

Junior Member
Jan 20, 2012
286
Io capisco quello que vuoi dire ma credo que debba stare più diplomatico. Non hai bisogno di insultare.
io non ho mai visitato il canada, e non conosco i canadesi. come reagiresti se cominciassi ad insultare il canada e i canadesi?

specialmente io che sono italiano, visto che il mio paese ha molti più problemi ed è meno avanzato del vostro. ti sentiresti in diritto di difenderti e potermi offendere, perchè non è giusto.

tu non mi provochi quindi io non ti insulto, ma cosa devo fare con gli altri idioti che lo fanno?
ed il fatto che io sia costretto ad insultare altri juventini mi spiace, loro non lo sanno ma a te lo dico perchè puoi capirlo.


è anche vero che ho un carattere forte e non sò controllarmi, sarei disposto anche a chiedere scusa ma non a dei stronzi ignoranti come questi. meno male che tu capisci l'italiano così posso esprimermi meglio... sei un grande
 

Fred

Senior Member
Oct 2, 2003
41,113
ecco perchè:

Il Regno d'Italia dopo la prima guerra mondiale avviò una colonizzazione che ebbe il culmine, sotto l'impulso di Mussolini, soprattutto verso la metà degli anni trenta con un afflusso di coloni provenienti in particolare da Veneto, Sicilia, Calabria e Basilicata. Nel 1939 gli italiani erano il 13% della popolazione, concentrati nella costa intorno a Tripoli e Bengasi (dove erano rispettivamente il 37% ed il 31% della popolazione).

Con gli Italiani si ebbe un incremento del cattolicesimo in Libia, grazie anche alla creazione di numerose chiese e missioni. Al Vicariato apostolico di Tripoli del vescovo Camillo Vittorino Facchinetti nel 1940 era assegnato circa un quarto del totale della popolazione della Libia italiana (includendo i coloni italiani).
Rovine del teatro romano di Sabratha, vicino a Tripoli, ristrutturato durante il Fascismo

In Libia gli italiani costruirono in circa trent'anni (1912-1940) infrastrutture degne di nota (strade, ponti, ferrovie, ospedali, porti, edifici, e altro ancora) e l'economia libica ne ricevette benefici effetti. Numerosi contadini italiani resero coltivabili terreni semidesertici, specie nell'area di Cirene.

Anche l'archeologia fiorì: città romane scomparse (come Leptis Magna e Sabratha) furono riscoperte ed indicate come simbolo del diritto italiano a possedere la Libia già romana. Negli anni trenta la Libia italiana arrivò ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana.[6]

Nel 1938 il governatore Italo Balbo portò 20.000 coloni italiani in Libia e fondò per loro ventisei nuovi villaggi, principalmente in Cirenaica.[7] Inoltre cercò di assimilare i musulmani libici con una politica amichevole, fondando nel 1939 dieci villaggi per gli Arabi e i Berberi libici: "El Fager" (al-Fajr, "Alba"), "Nahima" (Deliziosa), "Azizia" ('Aziziyya, "Meravigliosa"), "Nahiba" (Risorta), "Mansura" (Vittoriosa), "Chadra" (khadra, "Verde"), "Zahara" (Zahra, "Fiorita"), "Gedida" (Jadida, "Nuova"), "Mamhura" (Fiorente), "Beida" (al-Bayda', "La Bianca").[8].

Tutti questi villaggi avevano la loro moschea, scuola, centro sociale (con ginnasio e cinema) ed un piccolo ospedale, rappresentando una novità assoluta per il mondo arabo del Nord Africa.
Dopo l' eventuale vittoria contro gli Alleati, la Libia doveva essere parte del progetto fascista di una Grande Italia nella sua sezione costiera (arancione), mentre l'interno sahariano doveva fare parte dell'Impero Italiano (verde)

Anche il Turismo venne curato con la istituzione dell'ETAL, Ente turistico alberghiero della Libia, il quale gestiva alberghi, linee di autobus di gran turismo, spettacoli teatrali e musicali nel teatro romano di Sabratha, il Gran Premio automobilistico della Mellaha (detto internazionalmente "Tripoli Grand Prix" e disputato dal 1925 al 1940), una località entro le oasi tripoline ed altre iniziative.

All'inizio della seconda guerra mondiale vi erano circa 120.000 Italiani in Libia, ma Balbo aveva in progetto di raggiungere il mezzo milione di coloni italiani negli anni sessanta.[9] Del resto Tripoli aveva già nel 1939 una popolazione di 111.124 abitanti, dei quali 41.304 (37%) erano italiani. Italo Balbo nel 1940 aveva costruito 4.000 km di nuove strade (la più nota era la Via Balbia col suo nome, che andava lungo la costa da Tripoli a Tobruk); analoga crescita invece non ebbero le ferrovie, la cui rete raggiunse la massima espansione (circa 400 km) nel 1926, a parte alcuni tentativi effettuati tra il 1941 e il 1942, poco prima della perdita della colonia[10].

A partire dal 1937, il governo italiano aveva avviato un processo di integrazione completa della Libia nel Regno: la Libia si avviava infatti a trasformarsi da colonia a regione geografica italiana parificata alle altre. Questo processo iniziò con la proclamazione delle 4 province di Tripoli (TL), Bengasi (BE), Misurata (MU), Derna (DE). La parte meridionale della Libia (territorio del deserto, con capoluoghi Murzuch e El Giof) fu invece organizzato come distretto autonomo gestito direttamente dal Governo centrale. Anche la cittadinanza fu parzialmente equiparata a quella delle Province europee del Regno.

Il 9 di gennaio del 1939 la colonia della Libia fu incorporata nel territorio metropolitano del Regno d'Italia e conseguentemente considerata parte della Grande Italia, col nome di Quarta Sponda e tutti i loro abitanti ottennero la cittadinanza italiana.


e la fonte è wikipedia, che è antifascista


capisco l'astio perchè la colonizzazione non è giusta, ma sembra sempre che gli altri sono santi e gli unici stronzi siamo noi italiani. vadano tutti a fare in culo
What does this post say Treq? Briefly.
 

Nejc

Senior Member
May 13, 2006
1,989
When I first read the title of the thread, I thought someone claims that racism is fine (meaning acceptable) again.:shifty:
 

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