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Il d.g. della Juve in Gazzetta: "In panchina lui o Deschamps. Bobo è uno da grande club, Gilardino un investimento sicuro. Ma prima la coppa Italia".
MILANO, 5 maggio 2004 - Niente drammi e niente rivoluzioni. Un'altra bella tirata d'orecchie però la fa volentieri. Luciano Moggi conferma di non aver digerito la brutta prestazione (con sconfitta) a Perugia e neanche il ritiro punitivo - alla Gaucci maniera - sembra aver placato lo stomaco. Ecco come debutta in Gazzetta: "Al Curi mi hanno fatto incavolare, di questo passo le perdiamo tutte". Lui, invece e naturalmente, vuole vincere, perché quello è il compito di una squadra che si chiama Juventus e perché chiudere con la coppa Italia (dopo la Supercoppa a New York, in agosto contro il Milan, ma solo il terzo posto in campionato) vorrebbe dire raddrizzare una stagione storta.
Bene, non si può vincere sempre, ma non si può neanche perdere così. Da qui si riparte, per un finale dove - coppa Italia esclusa - le attenzioni sono tutte per la panchina. Chi sarà il successore di Lippi? "Lo saprete solo il 12 maggio" risponde secco il direttore. Pensi sia il solito Moggi, che dice "Inzaghi non si vende" ed invece Inzaghi è già andato. Ma questa volta la pretattica ha un suo perché e ha a che fare con la tirata d'orecchie: "I giocatori devono sapere che il loro allenatore è Lippi sino al 30 giugno, non si può creare un clima di smobilitazione".
Di sicuro sarà uno tra Prandelli e Deschamps, sembra più il primo perché il secondo ha impegni Champions lunghi ma soprattutto pretese alte. "Sono bravi entrambi e ho parlato con entrambi, ma nulla è deciso - spiega Moggi -. Deschamps mi piace perché è stato un mio giocatore ed era un allenatore già allora. Prandelli lavora benissimo con i giovani. Ha già vinto due campionati e in questa stagione si sta superando: per lui parlano i risultati". Capito?
Fatto l'allenatore, si passa alla squadra. Senza pazzie ("non abbiamo la disponibilità del Milan"), ma "con intelligenza e qualche inserimento giusto puntiamo a tornare subito competitivi" giura. Si parte: dopo il contrattone a vita di Del Piero, bloccati i senatori Zambrotta, Tacchinardi, Ferrara e Conte, si passa ai giovani e sono conferme per Di Vaio e Miccoli, ma anche Maresca che "rinnoverà presto". Poi i ritorni: Blasi e Brighi, mentre Gasbarroni si fa un anno in A con il Palermo. Per la difesa archivia il no di Stam (che ha scelto il Milan) con un "non trattiamo giocatori di 32 o 33 anni che costano tanto". Meglio i giovani, più Bonera di Ferrari ("non ci servono centrali"), poi escude risse per Torres ("il Milan è una squadra amica") e presenta Kapo: "E’ un giocatore interessante, che starà nel gruppo. Può fare l’esterno o il trequartista, tecnicamente è eccezionale. Mi ricorda Henry. Vediamo come si inserisce nel gruppo, non è facile al giorno d'oggi".
Blinda e assolve Nedved: "Non si è spento solo lui, da gennaio si è spenta la Juventus. E non lo venderei neanche se volesse andar via lui". E ripunzecchia Trezeguet: "Vuole andare in Spagna, suo padre lo vende qua e là, ma potrebbe anche restare". Una cosa è certa, anzi due: non accetta contropartite, ed ha pronte le alternative. Gilardino investimento a lungo termine o Vieri se si vuol vincere subito. Spiega: "A me Vieri piace molto. E sappiamo quello che può dare. A volte, quando acquisti un giocatore, cerchi di trovarne uno già pronto per i grandi club". Poi: "Gilardino? A chi non piace? Potrebbe essere un investimento importante per il futuro. Ha la fortuna di lavorare con Prandelli e il tecnico ha la fortuna di poter schierare lui. Bisogna solo verificare se la Juve possa essere la soluzione ideale per Gilardino". Tutto ci fa pensare che lui lo sappia già.
Sulla Gazzetta di oggi la lunga intervista a Luciano Moggi.
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Il d.g. della Juve in Gazzetta: "In panchina lui o Deschamps. Bobo è uno da grande club, Gilardino un investimento sicuro. Ma prima la coppa Italia".
MILANO, 5 maggio 2004 - Niente drammi e niente rivoluzioni. Un'altra bella tirata d'orecchie però la fa volentieri. Luciano Moggi conferma di non aver digerito la brutta prestazione (con sconfitta) a Perugia e neanche il ritiro punitivo - alla Gaucci maniera - sembra aver placato lo stomaco. Ecco come debutta in Gazzetta: "Al Curi mi hanno fatto incavolare, di questo passo le perdiamo tutte". Lui, invece e naturalmente, vuole vincere, perché quello è il compito di una squadra che si chiama Juventus e perché chiudere con la coppa Italia (dopo la Supercoppa a New York, in agosto contro il Milan, ma solo il terzo posto in campionato) vorrebbe dire raddrizzare una stagione storta.
Bene, non si può vincere sempre, ma non si può neanche perdere così. Da qui si riparte, per un finale dove - coppa Italia esclusa - le attenzioni sono tutte per la panchina. Chi sarà il successore di Lippi? "Lo saprete solo il 12 maggio" risponde secco il direttore. Pensi sia il solito Moggi, che dice "Inzaghi non si vende" ed invece Inzaghi è già andato. Ma questa volta la pretattica ha un suo perché e ha a che fare con la tirata d'orecchie: "I giocatori devono sapere che il loro allenatore è Lippi sino al 30 giugno, non si può creare un clima di smobilitazione".
Di sicuro sarà uno tra Prandelli e Deschamps, sembra più il primo perché il secondo ha impegni Champions lunghi ma soprattutto pretese alte. "Sono bravi entrambi e ho parlato con entrambi, ma nulla è deciso - spiega Moggi -. Deschamps mi piace perché è stato un mio giocatore ed era un allenatore già allora. Prandelli lavora benissimo con i giovani. Ha già vinto due campionati e in questa stagione si sta superando: per lui parlano i risultati". Capito?
Fatto l'allenatore, si passa alla squadra. Senza pazzie ("non abbiamo la disponibilità del Milan"), ma "con intelligenza e qualche inserimento giusto puntiamo a tornare subito competitivi" giura. Si parte: dopo il contrattone a vita di Del Piero, bloccati i senatori Zambrotta, Tacchinardi, Ferrara e Conte, si passa ai giovani e sono conferme per Di Vaio e Miccoli, ma anche Maresca che "rinnoverà presto". Poi i ritorni: Blasi e Brighi, mentre Gasbarroni si fa un anno in A con il Palermo. Per la difesa archivia il no di Stam (che ha scelto il Milan) con un "non trattiamo giocatori di 32 o 33 anni che costano tanto". Meglio i giovani, più Bonera di Ferrari ("non ci servono centrali"), poi escude risse per Torres ("il Milan è una squadra amica") e presenta Kapo: "E’ un giocatore interessante, che starà nel gruppo. Può fare l’esterno o il trequartista, tecnicamente è eccezionale. Mi ricorda Henry. Vediamo come si inserisce nel gruppo, non è facile al giorno d'oggi".
Blinda e assolve Nedved: "Non si è spento solo lui, da gennaio si è spenta la Juventus. E non lo venderei neanche se volesse andar via lui". E ripunzecchia Trezeguet: "Vuole andare in Spagna, suo padre lo vende qua e là, ma potrebbe anche restare". Una cosa è certa, anzi due: non accetta contropartite, ed ha pronte le alternative. Gilardino investimento a lungo termine o Vieri se si vuol vincere subito. Spiega: "A me Vieri piace molto. E sappiamo quello che può dare. A volte, quando acquisti un giocatore, cerchi di trovarne uno già pronto per i grandi club". Poi: "Gilardino? A chi non piace? Potrebbe essere un investimento importante per il futuro. Ha la fortuna di lavorare con Prandelli e il tecnico ha la fortuna di poter schierare lui. Bisogna solo verificare se la Juve possa essere la soluzione ideale per Gilardino". Tutto ci fa pensare che lui lo sappia già.
Sulla Gazzetta di oggi la lunga intervista a Luciano Moggi.
