Conte: « Sogno di allenare la Juve» (TuttoSport)
20/12/2005 17.15.00
«Il mio non è stato un addio, ma un arrivederci»
Ci siamo: sarà la sua partita, Antonio Conte...« Sarà specialissima. Tornare in quello stadio dove ho trascorso quasi tutta la mia carriera di calciatore, nella città dove ho ancora la mia casa, dove abita mio fratello e ho sempre tanti amici... Sì, sarà un momento molto speciale. E se penso che dovrò sedermi sull’altra panchina... ».
Le motivazioni non le mancheranno.« In particolare ce n’è una: ho lasciato la Juve con il rammarico di non aver potuto salutare i tifosi. Ora avrò l’opportunità di ringraziare queste persone che mi sono sempre state vicine, nei momenti belli e in quelli brutti. Per me sarà un giorno di festa. E spero di trovarne tanti, di tifosi... ».
Può contribuire a invertire la tendenza. Ma per il Siena rischia di essere una brutta serata, lo sa?« Beh, questa Juve si commenta da sola. Però noi siamo tranquilli. Sappiamo che si tratta di una sfida proibitiva, non ci resta che provarci ».
I rapporti con la sua ex società sono rimasti buoni?« Sì, ho lavorato con loro l’anno scorso, ho visto un po’ di partite all’estero. Mi è servito. Nel complesso, sono stati anni indimenticabili. La Juve è sempre stata la mia famiglia ».
E la nuova avventura da allenatore?« Il mio è stato un arrivederci. Non sono presuntuoso, ma sono molto ambizioso. Ho fatto bene nel calcio, come giocatore, e credo di potermi ripetere anche in quest’altro ruolo. Nella prossima stagione mi piacerebbe allenare. A Siena se possibile, oppure da un’altra parte. Alla Juve, ripeto, ho solo detto arrivederci... ».
In bocca al lupo, allora. Siena è il posto giusto per cominciare?« Si lavora bene, è una piazza tranquilla e sono contento di essere qui. Per me è il trampolino di lancio verso la carriera di allenatore, sono pronto ad assumere in tempi brevi la responsabilità di guidare una squadra ».
Il momento di De Canio sulla panchina del Siena appare delicato...« Io non posso che ringraziare De Canio e Ventrone per avermi voluto qui, per questa importante esperienza. Ho grande rispetto per l’allenatore. Però lo voglio ripetere: alla Juve ho detto arrivederci... ».
Senza retorica, il calcio era meglio prima o adesso?« Prima magari la dimensione umana era più sentita, però il mondo va avanti. Non ci si può fermare. Quando ho scelto di smettere da calciatore, non mi sono più guardato indietro. Ho un obiettivo, qui a Siena credo nel progetto. E guardo avanti ».
Il supercorso da allenatore?« Seguo il master, a giugno finisco. Ma già ora potrei allenare con una deroga ».
Ha conosciuto tanti allenatori: che cosa ha imparato?« Il meglio da ognuno. E ho fatto un mix... Dal punto di vista didattico, sinceramente il migliore è stato Sacchi. Nei rapporti con lo spogliatoio, Trapattoni. Come motivatore, Lippi. Dal punto di vista tattico e umano, Ancelotti. Umanamente anche Zoff. Tutti vincenti perché ognuno capace di distinguersi per una caratteristica importante ».
La squadra di Conte come giocherebbe?« Il modulo va applicato ai giocatori che si hanno a disposizione. Se ho tre attaccanti forti, è chiaro che gioco col tridente. Imporre un modulo a prescindere sarebbe controproducente ».
La Juve dovrà stare attenta? « Vedremo. In ogni caso per me sarà una festa »
20/12/2005 17.15.00
«Il mio non è stato un addio, ma un arrivederci»
Ci siamo: sarà la sua partita, Antonio Conte...« Sarà specialissima. Tornare in quello stadio dove ho trascorso quasi tutta la mia carriera di calciatore, nella città dove ho ancora la mia casa, dove abita mio fratello e ho sempre tanti amici... Sì, sarà un momento molto speciale. E se penso che dovrò sedermi sull’altra panchina... ».
Le motivazioni non le mancheranno.« In particolare ce n’è una: ho lasciato la Juve con il rammarico di non aver potuto salutare i tifosi. Ora avrò l’opportunità di ringraziare queste persone che mi sono sempre state vicine, nei momenti belli e in quelli brutti. Per me sarà un giorno di festa. E spero di trovarne tanti, di tifosi... ».
Può contribuire a invertire la tendenza. Ma per il Siena rischia di essere una brutta serata, lo sa?« Beh, questa Juve si commenta da sola. Però noi siamo tranquilli. Sappiamo che si tratta di una sfida proibitiva, non ci resta che provarci ».
I rapporti con la sua ex società sono rimasti buoni?« Sì, ho lavorato con loro l’anno scorso, ho visto un po’ di partite all’estero. Mi è servito. Nel complesso, sono stati anni indimenticabili. La Juve è sempre stata la mia famiglia ».
E la nuova avventura da allenatore?« Il mio è stato un arrivederci. Non sono presuntuoso, ma sono molto ambizioso. Ho fatto bene nel calcio, come giocatore, e credo di potermi ripetere anche in quest’altro ruolo. Nella prossima stagione mi piacerebbe allenare. A Siena se possibile, oppure da un’altra parte. Alla Juve, ripeto, ho solo detto arrivederci... ».
In bocca al lupo, allora. Siena è il posto giusto per cominciare?« Si lavora bene, è una piazza tranquilla e sono contento di essere qui. Per me è il trampolino di lancio verso la carriera di allenatore, sono pronto ad assumere in tempi brevi la responsabilità di guidare una squadra ».
Il momento di De Canio sulla panchina del Siena appare delicato...« Io non posso che ringraziare De Canio e Ventrone per avermi voluto qui, per questa importante esperienza. Ho grande rispetto per l’allenatore. Però lo voglio ripetere: alla Juve ho detto arrivederci... ».
Senza retorica, il calcio era meglio prima o adesso?« Prima magari la dimensione umana era più sentita, però il mondo va avanti. Non ci si può fermare. Quando ho scelto di smettere da calciatore, non mi sono più guardato indietro. Ho un obiettivo, qui a Siena credo nel progetto. E guardo avanti ».
Il supercorso da allenatore?« Seguo il master, a giugno finisco. Ma già ora potrei allenare con una deroga ».
Ha conosciuto tanti allenatori: che cosa ha imparato?« Il meglio da ognuno. E ho fatto un mix... Dal punto di vista didattico, sinceramente il migliore è stato Sacchi. Nei rapporti con lo spogliatoio, Trapattoni. Come motivatore, Lippi. Dal punto di vista tattico e umano, Ancelotti. Umanamente anche Zoff. Tutti vincenti perché ognuno capace di distinguersi per una caratteristica importante ».
La squadra di Conte come giocherebbe?« Il modulo va applicato ai giocatori che si hanno a disposizione. Se ho tre attaccanti forti, è chiaro che gioco col tridente. Imporre un modulo a prescindere sarebbe controproducente ».
La Juve dovrà stare attenta? « Vedremo. In ogni caso per me sarà una festa »
